
Nel corpo umano esistono alcuni ormoni che vengono rilasciati in risposta alla carenza di sodio. Questi ormoni, che lavorano direttamente sul cervello, innescano dunque la voglia di sale. Quest’ultimo, nonostante sia legato a diversi fattori negativi della salute, tra cui l’alta pressione sanguigna e alcune malattie cardiovascolari, in realtà vanta anche alcune connotazioni positive, come quelle collegate al suo ruolo nel bilanciare il contenuto di acqua nel corpo.
Una squadra di ricercatori della Divisione di Endocrinologia, Diabete e Metabolismo presso il Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC) crede di aver mappato la zona relativa a quei neuroni collegati alla carenza di sodio del corpo e di aver mappato quei circuiti del cervello a loro volta collegati alla voglia di sale. La ricerca è stata pubblicata su Neuron.
Secondo Jon M. Resch, uno degli autori della ricerca, è stato “individuato un circuito specifico nel cervello che rileva la carenza di sodio e guida un appetito specifico per il sodio onde correggerne la carenza. Inoltre, questo lavoro stabilisce che l’ingestione di sodio è strettamente regolata dal cervello e la disfunzione in questi neuroni potrebbe portare ad un sovra o sotto consumo di sodio, che potrebbe portare a stress sul sistema cardiovascolare nel tempo”.
L’insieme di neuroni su cui gli scienziati si sono concentrati è conosciuto come NTSHSD2, tra l’altro scoperto circa 10 anni fa da Joel Geerling, ora assistente nel Dipartimento di Neurologia presso il Carver College of Medicine, Università dell’Iowa.
La ricerca è comunque ancora agli inizi tanto che i neuroni specifici che innescano il bisogno del sale devono ancora essere individuati in maniera specifica, tuttavia con questa ricerca si è spianata la strada verso una maggiore conoscenza su come funziona il bisogno di sodio nel corpo umano.