Margherite che si chiudono di notte vantano petali mimetizzati per confondere predatori

I ricercatori hanno analizzato le modalità di predazione delle tartarughe nei confronti delle piante Asteraceae (credito: Jurene Kemp)

Da sempre le piante affrontano quello che può essere considerato come un conflitto evolutivo: devono avere colori che attraggano insetti impollinatori ma allo stesso tempo non attraggano i predatori.

Un nuovo studio, condotto da ricercatori dell’Università di Stellenbosch, Sudafrica, scopre che alcune specie di margherite possono vantare petali “mimetizzati” affinché quando la pianta chiude gli stessi petali nel corso delle ore notturne siano protetti dagli animali erbivori.

“Il nostro studio mostra un nuovo modo in cui i fiori possono evitare gli erbivori, senza compromettere le interazioni di impollinazione”, riferisce Jurene Kemp, una delle autrici dello studio secondo la quale i fiori di alcune specie di margherite che ha analizzato nella zona di Namaqualand, in Sudafrica, possono aggirare il succitato conflitto evoluzionistico producendo dei colori attraenti per gli impollinatori quando i fiori sono aperti e dei colori che possano far sì che i petali si mimetizzino con l’ambiente quando gli erbivori sono attivi e dunque quando i fiori sono chiusi.

I ricercatori si sono in particolare interessati a 77 specie di Asteraceae e alle modalità con le quali appaiono nei sistemi visivi di animali quali camaleonti, cavalli e capre nonché altri animali erbivori dell’area come tartarughe e antilopi.
In particolare la tartarughe mostravano di non mangiare questi fiori, probabilmente perché non riuscivano a riconoscerli quando erano chiusi in quanto non erano in grado di distinguere le superfici inferiori di petali su uno sfondo di foglie verdi.

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