
Il desolato deserto del Dhofar, in Oman, è in questi giorni teatro di una simulazione dell’ambiente marziano, una fase che durerà almeno per quattro settimane. Gli esperimenti serviranno soprattutto per testare la tecnologia che si pensa si possa utilizzare un giorno su Marte quando l’uomo metterà finalmente viene sul pianeta rosso.
Più di 200 scienziati, provenienti da 25 nazioni diverse, hanno infatti scelto questa sede in quanto questo deserto, ai confini con lo Yemen e l’Arabia Saudita, è uno degli ambienti terrestri più simili a quello marziano.
Si tratta di una distesa desolata in cui vivono poche specie animali e poche piante e in cui la temperatura può superare il 51 °C. La base che è stata da poco costruita, denominata Oman Mars Base, è costituita più che altro da una struttura di 2,4 tonnellate ed è circondata da un container.
Diversi gruppi di scienziati hanno inviato varie idee per effettuare esperimenti per testare future visite umane su Marte.
Tra questi vi è uno relativo al test di un robot rotolante e un’altra relativa al test di una nuova tuta spaziale denominata Aouda. Quest’ultima in particolare si rivela alquanto interessante: pesante circa 50 kg, è stata denominata anche come “astronave personale” in quanto, una volta indossata, permette di eseguire una varietà di azioni, oltre al respirare, come bere e mangiare e pulirsi la bocca. La visiera è un vero e proprio schermo che comunica all’utente vari dati raccolti dai sensori innestati nella tuta stessa.