
Si accenna al ritrovamento di molecole organiche in un nuovo articolo apparso sul sito della NASA poche ore fa in relazione alle scoperte effettuate grazie al rover Perseverance. Quest’ultimo, atterrato sul pianeta rosso il 30 luglio 2020, sta raccogliendo infatti diversi campioni di roccia nel corso di quella che è la sua seconda campagna scientifica.
Cratere Jezero
La raccolta di campioni sta avvenendo in un’area situata nel cratere Jezero. Si tratta dell’antico delta di un fiume e una delle aree più interessanti che gli stessi scienziati della NASA hanno scelto con attenzione perché offre le possibilità migliori di trovare “campioni scientificamente eccellenti”, come li chiama Thomas Zurbuchen, uno dei responsabili della NASA a Washington.
Secondo quanto spiega Zurbuchen le prime due campagne scientifiche di Perseverance hanno prodotto una varietà incredibile di campioni, alcuni dei quali poi potrebbero essere riportati sulla Terra tramite un’altra missione denominata Mars Sample Return (a cui parteciperà anche l’Agenzia Spaziale Europea).
Campioni prelevati da Perseverance
Il cratere Jezero, che ha un diametro di circa 45 km, vede al suo interno la presenza di un antico delta fluviale a forma di ventaglio formatosi all’incirca 3,5 miliardi di anni fa. In quest’area, durante tempi molto antichi, c’era un fiume che sfociava in un lago. I campioni prelevati da Perseverance si sono formati proprio in questo ambiente acquoso da rocce ignee sedimentarie che si sono formate poco in profondità nel sottosuolo a seguito di attività vulcaniche superficiali.
Presenza di molecole organiche
Durante questi giorni Perseverance si sta interessando in particolare ad una roccia larga circa un metro formatasi miliardi di anni fa quando sabbia e fango si depositarono sul fondo del lago salato a seguito dell’evaporazione dell’acqua. Tramite uno strumento denominato Scanning Habitable Environments with Raman & Luminescence for Organics & Chemicals, o SHERLOC, i ricercatori hanno scoperto che alcuni dei campioni analizzati sono caratterizzati dalla presenza di molecole organiche. Si tratta di molecole al cui interno ci sono vari composti fatti soprattutto di carbonio, idrogeno e ossigeno. La presenza delle molecole organiche può essere considerata come una “biofirma”, ossia una possibile traccia di vita passata.
Differenza con ritrovamenti passati
Non è la prima volta che si trova materia organica in campioni di polvere e roccia marziana. Già il rover Curiosity aveva trovato tracce del genere nel 2013. Tuttavia questa volta il ritrovamento è stato effettuato sul fondo di un antico lago, sostanzialmente in un posto in cui c’era molta acqua. E sappiamo che l’acqua è fondamentale per la vita. La presenza di molecole organiche, che comunque possono formarsi anche tramite attività non biologiche, in questo punto preciso è solo una coincidenza? Solo quando i campioni arriveranno sulla Terra potranno essere eseguiti studi approfonditi che probabilmente dirameranno questo dubbio. Non ci resta dunque che attendere.