
Secondo un articolo scientifico pubblicato su Physical Review Letters,[2] gli esopianeti potrebbero essere utilizzati per intercettare e per rilevare la materia oscura. Secondo gli scienziati del Center for Cosmology and Astroparticle Physics dell’Università Statale dell’Ohio, infatti, si potrebbe forse rilevare la materia oscura analizzando l’effetto che essa ha sulla temperatura dei pianeti che si trovano al di fuori del nostro sistema solare.[1]
Secondo quanto spiega Juri Smirnov, ricercatore del suddetto istituto ed uno degli autori dello studio, i pianeti in attesa di essere ancora scoperti sarebbero più di 300 miliardi. Naturalmente non ci sarà bisogno di scoprirli e catalogarli tutti: probabilmente anche pochi di essi potrebbero darci delle importanti informazioni sulla materia oscura qualora si utilizzasse il metodo sopradescritto.
Gli esopianeti, infatti, grazie alla loro gravità, catturano la materia oscura. Quest’ultima, una volta catturata dalla gravità del pianeta, “si annichilisce” e tende a rilasciare verso l’esterno la sua energia sotto forma di calore. Questo rilascio di energia e questo riscaldamento addizionale e per certi versi “anomalo” dei pianeti potrebbe essere intercettato dai telescopi, forse anche dal futuro telescopio James web della NASA che lavora all’infrarosso e che dunque potrebbe misurare più facilmente la temperatura dei pianeti lontani.
In particolare questo metodo potrebbe essere usato per intercettare la cosiddetta “materia oscura chiara”, ossia quella materia oscura che ha una massa più bassa. Secondo ricercatori che hanno realizzato lo studio, inoltre, per attuare questo metodo dovrebbero essere analizzati soprattutto i pianeti che si trovano nel centro della nostra galassia in quanto la densità della stessa materia oscura tende ad aumentare in quest’area.
Ancora più in particolare dovrebbero essere analizzati i pianeti di tipo gioviano. Forse anche le nane brune potrebbero offrire una prova di questo riscaldamento aggiuntivo causato dall’acquisizione gravitazionale di materia oscura. Infine anche i cosiddetti “pianeti canaglia”, ossia quei pianeti che non fanno parte di un sistema, in sostanza quei pianeti che non orbitano intorno ad una stella ma vagano in maniera indefinita per la galassia, potrebbero essere usati per intercettare la materia oscura chiara. Questi pianeti, infatti, non sono soggetti alle radiazioni di una stella, cosa che può fare da interferenza nell’intercettazione del riscaldamento aggiuntivo.
Note e approfondimenti
- News | Using exoplanets as dark matter detectors (IA)
- Phys. Rev. Lett. 126, 161101 (2021) – Pianeti extrasolari come rilevatori di materia oscura sub-GeV (IA) (DOI: 10.1103/PhysRevLett.126.161101)