Il mavacamten è utile per migliorare le funzioni cardiache e per contrastare i sintomi della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva secondo un nuovo studio presentato al Congresso ESC 2020.
Secondo Iacopo Olivotto, professore all’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi e autore principale dello studio, i risultati conseguiti da questa ricerca “supportano un ruolo della terapia specifica per la malattia per la cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva (HCM) che tratta la causa invece di gestire solo i sintomi”.
I sintomi più comuni di questa condizione sono una difficoltà del respiro, un dolore toracico atipico, una sensazione di affaticamento nonché di stordimento, palpitazioni o finanche svenimento. Sono poche le persone che hanno pochi sintomi oppure nessun sintomo. Per alcuni, in effetti, l’HCM può essere considerata una malattia debilitante che abbassa la qualità della vita.
In alcuni dei soggetti affetti da questa condizione, può subentrare un rimodellamento ventricolare sinistro che può portare poi ad un’insufficienza cardiaca refrattaria.
Attualmente i trattamenti hanno un’efficacia modesta e possono comportare effetti collaterali. Tra i trattamenti ci sono la miectomia chirurgica del setto e l’ablazione del setto con alcool.
Lo studio ha analizzato gli effetti del mavacamten un inibitore della miosina cardiaca di prima classe, un farmaco che nello studio, realizzato da ricercatori ha mostrato di poter portare a miglioramenti significativi per quanto riguarda i sintomi e le funzioni fisiche.
I risultati dello studio clinico sono così spiegati da Olivotto: “La totalità e la coerenza dei risultati hanno mostrato benefici del trattamento con mavacamten rispetto al placebo nei pazienti in terapia di base per HCM. Mavacamten ha migliorato la capacità funzionale, il gradiente LVOT (tratto di efflusso ventricolare sinistro), i sintomi e gli aspetti chiave della qualità della vita nei pazienti con HCM ostruttiva ed era generalmente ben tollerato”.