
Nell’anno 539 d.C. un vulcano dell’America centrale, l’Ilopango, produsse un’enorme eruzione, un evento conosciuto anche come Tierra Blanca Joven, come spiega il sito di National Geographic. Si tratta dell’area che oggi appartiene a El Salvador. L’eruzione in questione è una delle più grandi mai registrate, 100 volte più potente di quella del Monte Sant’Elena del 1980.
Diversi chilometri cubi di materiali vari, tra cui pomice e cenere, furono proiettati nell’aria. Qualcuno ha anche proposto la teoria secondo cui la civiltà Maya, che in quell’epoca fioriva in varie zone del Messico e dell’America centrale, scomparve proprio a seguito di questa eruzione.
L’eruzione non fece estinguere i Maya
Un nuovo studio, pubblicato su Antiquity , ci fornisce nuove interessanti informazioni riguardo a questo evento e agli effetti che produsse sulle popolazioni vicine al punto dell’eruzione.
I ricercatori sono innanzitutto giunti alla conclusione che la potente eruzione non produsse la fine delle popolazioni circostanti, almeno non considerando l’area del diametro di 40 km intorno alla caldera. Anzi, i materiali espulsi durante l’eruzione, soprattutto le ceneri, furono usati dai Maya per costruire una grande piramide monumentale.
Maya usarono cenere per costruire piramide
Si tratta di uno di quei pochi eventi eruttivi, forse l’unico, che, invece di produrre distruzione e scomparsa di civiltà ha permesso la costruzione di qualcosa che ne ha protratto la memoria per i secoli a seguire.
Il fatto che la popolazione mai abbia usato la cenere del vulcano Ilopango per costruire un monumento di queste dimensioni “suggerisce che le persone antiche erano più resistenti, flessibili e innovative”, spiega Akira Ichikawa, un ricercatore post-dottorato dell’Università del Colorado a Boulder e uno degli autori dello studio.
Tefra bianca pura
I ricercatori hanno raccolto dati conducendo scavi nella zona di San Andrés, vicino all’odierna San Salvador. Proprio in quest’area ci sono le rovine di quella che una volta era un enorme e altissima piramide. Analizzando i materiali trovati nel luogo delle rovine, i ricercatori hanno scoperto della tefra bianca pura che conteneva pochissime percentuali di ceramica e altri materiali.
Si tratta di un’informazione che, secondo i ricercatori, suggerisce che chi costruì questa piramide aveva non solo usato la cenere e la pomice espulse durante l’eruzione ma le aveva anche setacciate in maniera molto accurata.
Polvere molto bianca ma anche pratica e funzionale
Scelsero di usare questa polvere in quanto doveva essere molto bianca, un colore che probabilmente per questa popolazione Maya aveva un significato particolare. In ogni caso le motivazioni sono da ricondurre anche a motivi pratici e funzionali: come spiega Ichikawa il materiale espulso dal vulcano era contraddistinto da un livello di compattazione superiore a molti altri.
Inoltre i ricercatori hanno condotto datazioni al radiocarbonio scoprendo che la costruzione della piramide iniziò solo cinque anni dopo l’eruzione.