I metodi per cercare segni di civiltà extraterrestri intelligenti sono diversi ma quasi tutti sono incentrati sulla ricerca di segnali radio artificiali. Un nuovo studio propone un nuovo metodo che, almeno con le tecnologie attuali, probabilmente al momento è ancora fuori portata. Ma forse non lo sarà in un futuro relativamente vicino.
È possibile intercettare luci di civiltà aliene?
Il fatto è che non abbiamo telescopi abbastanza potenti per poter scandagliare la superficie degli altri pianeti o l’area intorno ad essi per intercettare la presenza di strutture artificiali. Per il momento, quindi, ci limitiamo a scandagliare le frequenze radio. Tuttavia, secondo uno studio pubblicato su Acta Astronautica, potrebbe essere possibile cercare la cosa più semplice, quella che forse non ci sarebbe venuta in mente per scoprire una civiltà intelligente in un universo così vasto: la luce delle città.
Le emissioni di luce da pianeti molto più urbanizzati del nostro forse potrebbero essere in futuro rilevate in particolari condizioni (ad esempio se la stella non è troppo luminosa e il pianeta non è troppo vicino ad essa). In tal senso la comunità scientifica dovrebbe già cominciare a prepararsi.
Le luci del lato notturno della Terra
Come si può notare dalle numerose foto realizzate dai satelliti quando riprendono la Terra dal lato notturno, anche da una certa distanza si possono notare le luci delle città e, in generale, delle aree più popolate. È il caso, per esempio, delle aree di New York e di Tokyo, facilmente identificabile da una foto notturna del nostro pianeta.
Ecumenopoli, i pianeti-città
Ma quanto potrebbe essere sfruttata questa cosa per scoprire pianeti con civiltà aliene? Secondo i ricercatori, come spiega Space.com, eventuali civiltà molto avanzate potrebbero aver costruito delle aree popolate molto più ampie di quelle della Terra, delle enormi città con emissioni di luce potentissime. Nello studio i ricercatori parlano di ecumenopoli, sostanzialmente città planetarie o pianeti in cui le aree urbanizzate coprono tutta o quasi la superficie. Considerando comunque vari fattori, tra cui la presenza di ammassi nuvolosi e il livello di riflettanza della superficie del pianeta (ossia quanto la superficie riflette la luce prodotta artificialmente facendola rimbalzare poi nello spazio), un’ecumenopoli potrebbe essere rilevabile, spiegano i ricercatori, in circa 30-50 stelle vicine.
Città forse rilevabili con due telescopi spaziali già proposti
Il rilevamento potrebbe già avvenire con il Large Ultraviolet Optical Infrared Surveyor (LUVOIR), un concetto di telescopio spaziale che opererebbe su più lunghezze d’onda e che è stato proposto dalla NASA, e con l’Habitable Exoplanet Observatory (HabEx), un altro concetto di telescopio spaziale proposto dalla NASA particolarmente adatto per visualizzare pianeti di tipo terrestre nelle zone abitabili.
Analisi delle atmosfere dei pianeti
Un altro metodo per scoprire civiltà aliene intelligenti che viene sempre più preso in considerazione dagli scienziati è quello relativo all’analisi delle atmosfere dei pianeti. Le atmosfere potrebbero infatti contenere particolari gas che si possono produrre, almeno in certe quantità, solo in maniera artificiale, in particolare con grossi apparati industriali (più o meno come avviene sulla Terra). In tal senso l’analisi delle atmosfere degli altri pianeti, una cosa che sta diventando possibile, ad esempio con il nuovo telescopio spaziale James Webb, potrebbe offrire grosse sorprese nel corso dei prossimi anni.
Note e approfondimenti
- Searching for technosignatures in exoplanetary systems with current and future missions – ScienceDirect (DOI: 10.1016/j.actaastro.2022.05.040)