Mentre dormiamo cervello capisce se una voce è di uno sconosciuto e ne valuta pericolosità

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Mentre dormiamo il cervello continua a monitorare l’ambiente circostante, in particolare i rumori. Filtra le voci di sconosciuti e se le ascolta più volte capisce che non sono pericolose. È l’interessante conclusione di un nuovo studio, realizzato da ricercatori dell’Università di Salisburgo, pubblicato sul Journal of Neuroscience.[1]

Cervello deve essere sempre vigile anche durante sonno

Si tratta di un bilanciamento, quello tra l’attenzione verso il mondo esterno da parte del cervello e la necessità di riposo, evidentemente fondamentale mentre si dorme. Il cervello deve riposare ma allo stesso tempo deve permettere il risveglio in qualsiasi momento, qualora sia necessario.
Uno dei metodi che il cervello mette in atto è quello di riconoscere in maniera selettiva le voci provenienti da soggetti umani sconosciuti “filtrandole” da quelle di soggetti conosciute, ad esempio quelle dei familiari.

Esperimenti

I ricercatori l’hanno scoperto eseguendo esperimenti su vari soggetti durante la fase del sonno. Mentre dormivano, gli stessi ricercatori misuravano l’attività dei loro cervelli in risposta a varie voci provenienti da soggetti delle loro famiglie oppure da persone a loro del tutto sconosciute.
Rispetto alle voci familiari, quelle sconosciute procuravano una maggiore quantità di complessi K.

Complessi K

I complessi K sono particolari onde cerebrali, perfettamente rilevabili con gli elettroencefalogrammi, che si verificano nel corso della fase 2 durante il sonno NREM (sonno con movimento oculare non rapido). Queste onde cerebrali hanno in particolare due funzioni: diminuiscono l’eccitazione nella zona corticale quando ci sono stimoli esterni durante il sonno che non rappresentano un pericolo e migliorano il consolidamento della memoria.[2]
Durante gli esperimenti le voci degli sconosciuti procuravano cambiamenti su larga scala legati all’elaborazione sensoriale, cambiamenti che producevano proprio molte più onde K.

Modalità di elaborazione sentinella durante sonno

Inoltre i ricercatori scoprivano che, con il passare del tempo durante la notte con il ripetersi delle voci sconosciute, queste ultime diventavano un certo modo più “familiari” e i cervelli producevano un quantitativo sempre più basso di complessi K.
In pratica il cervello continua ad apprendere durante il sonno riuscendo a capire, anche quando siamo del tutto in una fase inconscia, se uno stimolo uditivo esterno può rappresentare un pericolo o meno. Si tratta di una “modalità di elaborazione sentinella” messa in atto dal cervello durante il sonno per mantenere sempre attiva la capacità di rispondere, eventualmente con il risveglio, a stimoli che potrebbero essere comunque importanti.

Note

  1. The brain selectively tunes to unfamiliar voices during sleep | Journal of Neuroscience (DOI:/10.1523/JNEUROSCI.2524-20.2021)
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