Metodo per scongelare superfici in pochi secondi sviluppato da scienziati

Il nuovo metodo di scongelamento si basa su un sottile strato di ossido di stagno e indio (credito: Nenad Miljkovic)

Un metodo molto più efficiente, almeno secondo quanto riferisce il comunicato stampa, per rimuovere il ghiaccio dalle superficie è stato sviluppato da un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign e dell’Università Kyushu.

Questo nuovo metodo utilizzerebbe meno dell’1% dell’energia e in meno dello 0,01% del tempo necessari ai metodi tradizionali per ottenere lo stesso effetto.
Secondo lo studio, pubblicato su Applied Physics Letters, questo nuovo metodo scioglie il ghiaccio su una superficie nei punti in cui la stessa superficie e il ghiaccio si incontrano in modo che lo strato di ghiaccio semplicemente scivoli via.
Ciò si differenzia dai metodi tradizionali di scongelamento che operano tentando di sciogliere tutto il ghiaccio partendo dallo strato superiore fin giù verso lo strato inferiore.

Spiega la ricerca Nenad Miljkovic, ricercatore all’UIUC e uno degli autori dello studio: “Il lavoro è stato motivato dalle grandi perdite di efficienza energetica dei sistemi energetici degli edifici e dei sistemi di refrigerazione a causa della necessità di effettuare uno sbrinamento intermittente. I sistemi devono essere chiusi, il fluido di lavoro è riscaldato, quindi deve essere nuovamente raffreddato. Questo consuma molta energia quando si pensa ai costi operativi annuali di esecuzione di cicli di sbrinamento intermittenti.”

I ricercatori hanno utilizzato un sottile strato di ossido di indio-stagno (ITO) per erogare un impulso di corrente molto alto in punto in cui ghiaccio e la superficie si incontrano.
Hanno testato il nuovo sistema su una piccola superficie di vetro raffreddata a -15,1 °C oppure a -71 °C.
Nei test condotti il ghiaccio veniva rimosso con un impulso della durata inferiore ad un secondo.

Naturalmente il primo pensiero va ad un’applicazione per le superfici esterne degli aeroplani, notoriamente molto soggette alla formazione del ghiaccio.
A tal proposito Miljkovic lascia intendere che ulteriore ricerca andrà fatta per ottenere metodi pratici in questo settore: “Sarebbe necessario lavorare per capire come possiamo rivestire i componenti curvi in ​​conformità con l’ITI e per capire quanta energia avremmo bisogno.”

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