I recenti grandi sviluppi per quanto riguarda le tecnologie legate all’utilizzo di microaghi per l’immunoterapia, ad esempio per quelle relative alle malattie croniche e più difficili da contenere, sono stati oggetto di un nuovo studio di un team di ricercatori dell’Università di Helsinki. Lo sviluppo dei cosiddetti “microaghi”, infatti, ha portato ad un netto miglioramento nonché ad un’espansione delle strategie legate all’immuno-riprogrammazione. Ciò è stato reso possibile da una caratteristica principale della pelle: quest’organo, nello strato del derma, è caratterizzato infatti da un accumulo di cellule dendritiche, macrofagi, linfociti e mastociti. Si tratta di cellule che possono spostare i segnali immunoterapeutici agli organi danneggiati.
Lo studio giunge alla conclusione che la tecnologia legata ai microaghi ha varie proprietà eccezionali tra cui il rilascio diretto degli anticorpi, degli allergeni e degli antigeni terapeutici nella pelle e la stessa tecnica legata a questi dispositivi è caratterizzata da un’invasività minima e da una biocompatibilità eccellente. Inoltre i microaghi transdermici possono migliorare l’effetto dei farmaci tramite un rilascio regolabile attraverso la pelle.
Ci sono alcune preoccupazioni, però, per quanto riguarda il successo futuro dei microaghi per l’immunoterapia clinica, come spiega Hélder A. Santos, un ricercatore della facoltà di farmacia dell’università finlandese che ha partecipato allo studio. Secondo il ricercatore, “gli sviluppi futuri dovrebbero tenere conto di alcune delle sfide attuali, tra cui la difficoltà di un rivestimento preciso di biomolecole sui microaghi e la somministrazione insufficiente di antigeni terapeutici, allergeni o farmaci immunoterapeutici al sito desiderato”.
Inoltre dovrebbero essere migliorate le proprietà meccaniche dei microaghi, un fattore di enorme importanza per quanto riguarda una commercializzazione possibile in futuro.