Le microalghe utilizzabili come alimento per gli esseri umani? Ci sta pensando la ricercatrice Foo Su Chern della Scuola di Scienze dell’Università Monash della Malesia. La scienziata sta studiando questi particolari organismi monocellulari che riescono aconvertire l’anidride carbonica e la luce del Sole in prodotti biochimici producendo, come sottoprodotto, l’ossigeno.
Sono state classificate più di 100.000 specie di microalghe a quelle che interessano al ricercatore sono forse quelle che ancora debbono essere scoperte. Le microalghe vengono ad oggi già utilizzate in alcuni integratori alimentari nutraceutici e le proprietà di molte specie che potrebbero essere di beneficio per la salute umana, ma anche per quella animale, sono di sicuro di interesse.
L’interesse potrebbe aumentare ancora di più con i cambiamenti climatici in corso in quanto le stesse microalghe potrebbero essere utilizzate per ridurre il carbonio nell’aria.
Le microalghe, come spiega la stessa Foo, infatti, possono crescere in corpi d’acqua dolce oppure da acqua marina, sono caratterizzate da un alto rendimento e, rispetto ad altre colture, sono caratterizzate da un rilascio di carbonio di molto inferiore.
Questo significa che la stessa coltivazione delle microalghe risulterebbe molto più sostenibile rispetto a qualunque altra coltura. Possono essere coltivate ovunque, anche in aree chiuse, e risultano adatte soprattutto in quelle regioni tropicali in cui c’è un solequasi tutto l’anno.
Proprio per questo la Malesia potrebbe avere un grande potenziale in termini di coltivazione di microalghe. Queste potrebbero per esempio essere coltivate per fare da biomassa alternativa onde integrare l’olio di palma che già viene consumato molto nel paese e questo senza parlare del loro eventuale utilizzo nei mangimi degli animali.
Proprio per questo Foo e il suo team stanno ora analizzando quelle specie di microalghe più efficienti nel catturare il carbonio e nel convertirlo in prodotti biochimici utili, tra cui anche cibo per gli esseri umani. Il team ha già sviluppato un bioreattore per produrre microalghe monoculturali con una purezza superiore all’80%.
“Speriamo di ottenere maggiori opportunità di ricerca e promuovere le microalghe come risorsa sostenibile nel contesto del sud-est asiatico. Dobbiamo capire che le microalghe sono molto utili. Il mio obiettivo finale è rendere le microalghe più accessibili al pubblico, quindi spero di risolvere strozzature in questo settore zona in crescita”, riferisce la ricercatrice.