
Si pensa che Encelado, una delle lune di Saturno attualmente più studiate dagli astronomi, possa vantare condizioni ideali per il sostentamento della vita, in particolare per microrganismi mono cellulari simili ai nostri archei. Sono tra i batteri più antichi conosciuti e in particolare uno di essi, il Methanothermococcus okinawensis, un batterio che produce metano, è stato oggetto di studi e di esperimenti da parte di un gruppo di ricerca che ha poi pubblicato la propria esperienza su Nature Communications.
Questo batterio produttore di metano si trova sulla Terra vicino alle sorgenti idrotermali negli oceani e sopravvive convertendo il biossido di carbonio e l’idrogeno in metano. Questo significa, secondo i ricercatori, che il metano rilevato nei pennacchi di Encelado potrebbe, almeno teoricamente, essere prodotto da questa tipologia di batteri.
Per scoprirlo, gli scienziati hanno coltivato questi batteri in laboratorio in condizioni che simulano quelle che si pensa esistano attualmente su Encelado, una gelida luna di Saturno che potrebbe avere un oceano sotterraneo con acqua liquida grazie al riscaldamento del suo nucleo prodotto dalla forza mareale a sua volta scaturita dall’attrazione di Saturno stesso.
Secondo gli scienziati, infatti, anche negli oceani di Encelado potrebbero esserci spaccature dalle quali potrebbe fuoriuscire del calore, proprio come avviene con le sorgenti idrotermali nei mari della Terra, e dentro questi “pennacchi” potrebbero esserci forme di vita monocellulari che producono metano.
Durante gli esperimenti, tre ceppi di batteri, tra cui lo stesso Methanothermococcus okinawensis, che è risultato uno dei più resistenti, hanno prosperato producendo metano in queste condizioni e ciò ha portato Simon von Rittmann, un microbiologo dell’Università di Vienna e uno degli autori dello studio, a pensare che questo organismo potrebbe vivere in maniera simile su altri corpi planetari come appunto Encelado.