
Un team di ricercatori ha inteso studiare gli effetti dell’esposizione alle microplastiche sulle funzioni biologiche di due specie di pesci. I risultati sono contenuti in uno studio pubblicato sul Journal of Hazardous Materials, realizzato da ricercatori dell’INRAE, dell’Ifremer e delle Università di Bordeaux (Francia) e Orebrö (Svezia).
Le due specie di pesci sono il medaka marino (Oryzias melastigma) e il pesce zebra d’acqua dolce (Danio rerio).
Diversi esemplari delle due specie sono stati posti a diverse tipologie di microplastiche per quattro mesi. Alcuni dei campioni di plastica venivano appositamente ricoperti di inquinanti organici mettere altri campioni non subivano modifiche.
I ricercatori sono giunti alla conclusione che le microplastiche, che inquinano mari nonché specchi e corsi d’acqua di tutto il mondo, hanno un effetto dannoso sulla crescita e sulla riproduzione di questi animali.
Il livello di gravità di queste conseguenze dipendeva direttamente da diverse variabili tra cui il tipo di polimero utilizzato, la presenza o meno dei suddetti inquinanti organici e, naturalmente, la durata dell’esposizione.
Tra le plastiche utilizzate per l’esperimento i ricercatori hanno scelto il polietilene (PE) e il cloruro di polivinile (PVC), due delle plastiche più utilizzate per gli imballaggi e in generale per gli articoli di plastica.
La diminuzione del livello di crescita di queste due specie di pesci a seguito dell’esposizione alla plastica risiedeva nelle dimensioni e nel peso corporeo ed era indipendente dalla specie di pesce e dal tipo di polimero. I ricercatori notavano inoltre che l’effetto era più pesante sulle femmine, forse perché le femmine di questi pesci hanno bisogno di più energia nel periodo della riproduzione rispetto ai maschi.
Per quanto riguarda la diminuzione dei tassi riproduttivi, questi ultimi scendevano fino al 50%. In questo caso la diminuzione variava a seconda della specie di pesce e del tipo di plastica. I pesci zebra d’acqua dolce mostravano un ritardo nella deposizione delle uova e una riduzione del numero delle uova a seconda del tipo di plastica. Per i medaka marini, invece, si poteva notare una riduzione del numero delle uova prodotte da ogni femmina al giorno e ciò valeva per quasi tutte le microplastiche.
Infine i ricercatori notavano che la plastica PVC-BP3 causava anche i disturbi del comportamento della prole durante la fase larvale.
Note e approfondimenti
- Chronic feeding exposure to virgin and spiked microplastics disrupts essential biological functions in teleost fish – ScienceDirect (IA) (DOI: 10.1016/j.jhazmat.2021.125626)