
Uno studio che potrebbe avere forti implicazioni per quanto riguarda la ricerca di vita extraterrestre negli strati rocciosi di altri pianeti o lune è stato realizzato da un team di ricercatori come spiega un comunicato della Geological Society of America.[1]
I ricercatori hanno pubblicato uno studio sulla rivista Geology.[2]
Analizzate le rocce di alite
Gli scienziati hanno analizzato le rocce di alite della formazione Browne in Australia centrale. Si tratta di una formazione rocciosa risalente ad 830 milioni di anni fa che contiene varie tracce di solidi e liquidi organici. I ricercatori hanno effettuato analisi petrografiche a luce trasmessa e analisi spettroscopiche all’ultravioletto-visibile (UV-Vis).
Aggregati di composti organici
Le tracce trovate hanno caratteristiche, come le dimensioni e la forma, che hanno portato i ricercatori a pensare che si tratta di aggregati di composti organici, molto probabilmente anche cellule procariotiche ed eucariotiche. Questo significa che i microrganismi che vivono in ambienti deposizionali salini possono restare conservati nelle rocce anche per centinaia di milioni di anni e, dopo questo periodo, possono poi essere scoperti anche utilizzando solo metodi ottici e quindi tecniche non distruttive.
Cristalli di alite
I cristalli di alite hanno una caratteristica particolare: possono crescere nelle acque superficiali saline e possono incorporare l’acqua del mare nonché tutti solidi che si trovano nella stessa acqua circostante. Gli stessi solidi possono contenere sostanze organiche, come il betacarotene, nonché organismi procarioti ed eucarioti.
Scoperte del genere infondono buone speranze sul fatto che anche solo utilizzando degli strumenti o dei bracci robotici di un rover possano essere trovate firme biologiche più o meno simili anche nei sedimenti su Marte.