Microrganismo si sta pericolosamente diffondendo nel Mar Arabico

Le chiazze di Noctiluca nel Mar Arabico sono visibili anche dallo spazio (credito: Norman Kuring / NASA)

Di per sé è un organismo piccolissimo ma, come accade spesso quando si parla di plancton e microrganismi simili, è la quantità fare la differenza. Il Noctiluca scintillans, un organismo planctonico di dimensioni millimetriche, sta destando molte preoccupazioni riguardo alla sua diffusione nel Mar Arabico.
Questo microrganismo sembra essere arrivato in queste acque una ventina di anni fa e da allora ha proliferato e si è diffuso in maniera allarmante tanto che le chiazze nel mare sono visibili anche dallo spazio.

Il problema è che questi microrganismi rappresentano uno degli alimenti preferiti di altri organismi più grandi e ciò può minacciare la catena alimentare marina dell’area, cosa che a sua volta può portare a ripercussioni, per esempio, anche sull’attività della pesca.
È proprio questo l’argomento preso di mira in un nuovo studio apparso su Scientific Reports che collega la diminuzione della neve e del ghiaccio nella regione dell’altopiano himalayano-tibetano con l’espansione di questa fioritura di tipo algale nel Mar arabico.

Questo perché di solito i venti freddi monsonici che provengono dall’Himalaya raffreddano la superficie degli oceani, anche quella del Mar Arabico. Con acque superficiali più fredde viene innescato una sorta di ricircolo durante il quale le acque superiori vengono sostituite dalle acque delle aree inferiori più ricche di nutrienti. Grazie a questa attività convettiva, il fitoplancton prospera anche negli strati superiori e ciò favorisce i pesci che contano proprio sul fitoplancton per vivere.
Tuttavia con il restringimento dei ghiacciai e con la mancanza di copertura nevosa nell’area dell’Himalaya, questi venti monsonici risultano sempre più caldi umidi e questo sta cambiando l’attività convettiva nel mare arabico con la conseguente riduzione della “fertilizzazione” degli strati superiori.

Le prime fioriture di Noctiluca in quest’area marina sono apparse alla fine degli anni 90 ma solo negli ultimi anni stanno diventando un problema di grosse dimensioni tanto che anche gli impianti di desalinizzazione, le raffinerie di petrolio e gli impianti di gas sono costretti a diminuire il numero delle operazioni perché letteralmente “soffocati” da queste fioriture simili ad alghe e dalle meduse che sciamano su di esse per nutrirsi.
“Questo è probabilmente uno dei cambiamenti più drammatici che abbiamo visto in relazione al cambiamento climatico”, riferisce Goes che ha condotto lo studio insieme a Helga do Rosario Gomes. “Stiamo vedendo Noctiluca nel sud-est asiatico, al largo delle coste della Thailandia e del Vietnam, e fino a sud delle Seychelles, e ovunque fiorisca sta diventando un problema. Inoltre, danneggia la qualità dell’acqua e provoca molta mortalità per i pesci”.

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