Milza e cuore lavorano insieme per effettuare riparazioni cardiache

Esiste una forte connessione tra la milza e le attività del cuore ed un nuovo studio, condotto da ricercatori dell’Università della Florida del Sud, lo conferma. Come altre ricerche negli ultimi anni, anche questo studio, infatti, è un’ulteriore prova che esiste un’effettiva connessione tra la milza e il cuore, in particolare tra la milza e quelle riparazioni cardiache messe in atto dal nostro fisico come difesa fisiologica.
Lo spiega anche Ganesh Halade, una professore associato di scienze cardiovascolari dell’USF Health che parla di “esercito di cellule immunitarie e di molecole di segnalazione” presente nella milza.[1] Lo studio è stato pubblicato sull’American Journal of Physiology- Heart and Circulation.[2]

Si tratta di componenti molto utili che si mobilitano molto velocemente quando c’è una lesione grave al cuore o un’infezione virale.
I ricercatori si sono concentrati in particolare sul mediatore lipidico sfingosina-1-fosfato (S1P), un tipo di mediatore lipidico trasportato dal sangue, [3] e sugli effetti che procura nella milza e nel cuore durante la transizione dall’insufficienza cardiaca acuta all’insufficienza cronica. Alla fine i ricercatori hanno scoperto nuove procedure di riparazione cardiaca, risultati che potrebbero rivelarsi utili per nuovi trattamenti per l’insufficienza cardiaca.

S1P è un mediatore lipidico disregolato che entra in azione nel corso delle risposte infiammatorie del corpo e quindi anche nel caso di insufficienza cardiaca. Già qualche studio passato aveva mostrato che questa molecola di segnalazione può essere considerata come bersaglio interessante per quanto riguarda i trattamenti per l’insufficienza cardiaca procurata da infarto e per i danni procurati da ischemia-riperfusione.[1]

Halade spiega che lui e i suoi colleghi hanno scoperto che la milza e il cuore praticamente lavorano insieme, utilizzando proprio l’S1P, per riparare il cuore. Dunque una diagnosi precoce dei livelli di S1P a seguito di un infarto potrebbe essere molto utile per capire se questi stessi livelli sono troppo scarsi. In questo caso si può fornire un trattamento per quei pazienti con rischio di insufficienza cardiaca più alto.[1]
I ricercatori hanno inoltre analizzato le interazioni tra S1P e il recettore 1 (S1PR1) sia nei topi che negli esseri umani.[1]

Scoprivano che i livelli cardiaci di S1P e S1PR1 risultavano ridotti nei soggetti con insufficienza cardiaca ischemica. Inoltre i ricercatori riuscivano ad attivare la riparazione cardiaca fisiologica nei tropi privi di rischio attivando l’S1P nel cuore e nella milza. La segnalazione S1P/S1PR1 aumentava in tutti e due gli organi durante la transizione da insufficienza cardiaca acuta a cronica e ciò promuoveva la riparazione cardiaca dopo l’infarto.
“Questo studio fornisce un altro esempio del fatto che la milza non deve essere sottovalutata, perché contribuisce alla fondazione della nostra salute immunitaria e alla causa principale delle malattie infiammatorie, comprese le malattie cardiovascolari”, spiega Halade.[1]

Note e approfondimenti

  1. Preclinical study defines spleen-heart connection in cardiac repair – USF Health NewsUSF Health News (IA)
  2. Sphingosine-1-phosphate interactions in the spleen and heart reflect extent of cardiac repair in mice and failing human hearts | American Journal of Physiology-Heart and Circulatory Physiology (IA) (DOI: 10.1152/ajpheart.00314.2021)
  3. Sfingosina-1-fosfato – Wikipedia in inglese (IA)
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