
Un rilevatore di gas ispirato ai segnali che le cellule viventi ricevono è stato progettato da un gruppo di ricerca dell’Università di Tokio.
Il rilevatore È basato su un cubo, definibile come nanocubo, con dimensioni di un quarantesimo Di un globulo rosso umano, con solo due nanometri per ciascun lato. Questo nanocubo può brillare se rileva gas GPL.
Il team sta lavorando a questo progetto da oltre un decennio, periodo durante il quale ricercatori hanno tentato di imitare le modalità con le quali le proteine e il DNA si uniscono nelle cellule viventi.
“Le persone pensano automaticamente ai dispositivi quando parliamo di sensori. Ma ci sono molti esempi di sensori naturali nel corpo”, spiega uno dei ricercatori impegnati nel progetto, Shuichi Hiraoka, a capo del Dipartimento di Scienze dell’Università giapponese.
Una cellula, per rilevare i segnali, di solito opera su tre fasi: nella prima un recettore rileva la molecola target, nella seconda un riportatore invia un segnale e nella terza il riportatore trasmette il segnale in un altro posto della cellula.
Il nanocubo semplifica questo sistema perché è sia il recettore che il riportatore. Così facendo, come specifica lo stesso Hiraoka, si può evitare il problema di trasferire le informazioni dal recettore al riportatore.
In nanocubi si illuminano di blu con la luce ultravioletta quando vengono riempiti con GPL.
Questi sensori possono avvolgere le molecole che contengono e possono rilevare quantità anche molto basse di gas GPL.
Sono molto specifici per questo tipo di gas, cosa che altri rilevatori di gas tradizionali non si possono permettere.
Attualmente i ricercatori stanno lavorando per far rilevare al dispositivo anche gas diversi.