I ricercatori dello Scripps Research hanno descritto in dettaglio, determinandone la struttura su scala quasi atomica, un recettore celebrale denominato GPR158 con relativo complesso di segnalazione. Si tratta di un recettore un po’ misterioso. Scoperto da pochi anni, è stato collegato alla depressione all’ansia ma la comprensione del meccanismo con cui opera e delle sue funzionalità è ancora molto limitata. Forse questo studio potrà rivelarsi utile per capire come bloccarlo e dare sollievo a tantissime persone. Lo studio è stato pubblicato su Science.[2]
Mappato recettore GPR158 con risoluzione infinitesimale
I ricercatori hanno usato una tecnica denominata microscopia elettronica ultrafredda a singola particella, o crio-EM, e hanno letteralmente mappato, con una risoluzione infinitesimale, la struttura di questo recettore e anche quella della via di segnalazione.
Kirill Martemyanov, professore del Dipartimento di Neuroscienze allo Scripps, l’autore principale dello studio, rivela che è molto gratificante capire come è organizzato questo recettore che lui e il suo team stanno ormai studiando da più di 10 anni.[1]
Presente a livelli alti in corteccia prefrontale dei depressi
Attualmente le terapie per la depressione clinica vedono i trattamenti concentrarsi su altri recettori molto più conosciuti come la monoammina. Come è noto, però, i trattamenti per la depressione non sempre hanno successo. Il team di Martemyanov ha fatto importanti scoperte riguardo al recettore misterioso GPR158 nel 2018 quando i ricercatori giunsero alla conclusione che nelle persone con disturbo depressivo maggiore questo recettore è presente a livello molto alti nella corteccia prefrontale.
In seguito esperimenti sui topi sottoposti a stress cronico e con un comportamento indotto molto simile alla depressione diventavano resistenti a depressione e stress tramite l’eliminazione artificiale dell’attività del GPR158.[1]
Recettore orfano
Il problema relativo alla ricerca su questo recettore sta nel fatto che è un “recettore orfano”: la scienza non è riuscita ancora a scoprire la molecola, o il gruppo di molecole, responsabile della sua attivazione. In pratica non hanno ancora scoperto “l’interruttore”. Inoltre è un recettore insolito in quanto è collegato molto strettamente al complesso proteico di segnalazione RGS, un complesso che è considerato come un freno molto potente alla segnalazione cellulare.
Aperta la strada a nuovi farmaci per la depressione?
Tutti questi meccanismi non sono ancora molto chiari ma quel che è certo è che questo recettore sembra avere un ruolo, forse anche abbastanza preminente, nella depressione umana.
Quest’ultimo studio, che dettaglia la struttura del GPR158, apre le porte alla scoperta di nuove funzionalità che lo riguardano e forse anche allo sviluppo di farmaci che mirino ad esso.[1]