
Un nuovo studio peer reviewed apparso su Nature Communications[2] e l’oggetto di un nuovo articolo a sua volta apparso sul Times di Israele. Gli autori dello studio, un team di ricercatori dell’Università Bar Ilan e dei National Institutes of Health degli Stati Uniti, dichiara di essere riuscito a potenziare una particolare proteina che, nel corso di esperimenti che gli stessi ricercatori hanno effettuato, hanno permesso ai topi di vivere più a lungo del 23%, di restare in generale più giovani e di essere meno suscettibili al cancro.[1]
Che cos’è la proteina SIRT6
La proteina in questione, SIRT6 (sirtuina 6) è una proteina già nota perché collegata all’invecchiamento, alla riparazione del DNA, al mantenimento dei telomeri nonché all’infiammazioni e alla glicolisi. Si tratta di una proteina presente in tutti i mammiferi essenziale per lo sviluppo del corpo e per la sopravvivenza a seguito della nascita.[3]
Questa proteina tende a diventare sempre meno efficiente con l’avanzare degli anni. Diversi laboratori nel mondo stanno per questo cercando di studiare sempre più approfonditamente questa proteina per cercare un metodo per farle rimanere efficienti e dunque ritardare o rallentare l’invecchiamento anche degli esseri umani.
L’esperimento dei ricercatori sui topi
I ricercatori hanno svolto il proprio esperimento su 250 topi aumentando l’attività di questa proteina in alcuni di essi. Rispetto ai topi di controllo, quelli con la proteina “modificata” vivevano in media il 23% in più (i maschi riuscivano a vivere il 30% in più rispetto al gruppo di controllo, le femmine il 15%).
Una delle caratteristiche che ringiovanivano il corpo dei topi con il livello modificato di questa proteina stava nella generazione di energia dopo un digiuno: mentre i topi del gruppo di controllo perdevano con il passare del tempo la capacità di generare un livello sufficiente di energia dopo un digiuno, a causa della difficoltà sempre più crescente di ricavare energia dai grassi dell’acido lattico, i topi con livelli più alti di SIRT6 ci riuscivano invece facilmente. Inoltre mostravano un livello più basso di colesterolo, un rischio minore di incorrere nel cancro e, a parità di età e di altri fattori, potevano correre più velocemente.[1]
Umani potrebbero vivere tranquillamente 120 anni
Si tratta dell’ennesima ricerca che mostra che la proteina SIRT6 è sicuramente collegata al tasso di invecchiamento sano nei mammiferi. Inoltre questa ricerca conferma quelle ipotesi secondo le quali aumentando l’attività di questa proteina si può, potenzialmente anche negli esseri umani, rallentare l’invecchiamento, come spiega Cohen Haim Cohen, ricercatore della Bar-Ilan ed uno degli scienziati che ha guidato il team di ricerca. Secondo lo stesso Cohen, se risultati del genere potessero essere riprodotti anche sugli esseri umani, e naturalmente tutti lo sperano, con modifiche del genere si potrebbe portare l’aspettativa di vita umana quasi a 120 anni (attualmente l’aspettativa di vita è compresa tra i 70 e gli 80 anni, a seconda dei molteplici fattori presi in considerazione).
Forse è possibile creare un farmaco
Già nel 2012 lo stesso Cohen aveva guidato un team di studio che aveva raggiunto un risultato simile: i topi maschi riuscivano a vivere il 15% in più. Quell’esperimento, però, non aveva avuto risultati per quanto riguarda i topi femmine a differenza di quest’ultimo.
Gli scienziati ammettono che attualmente non esistono ancora gli strumenti per tradurre modifiche genetiche del genere anche degli esseri umani. Mentre per i topi è d’uopo pensare ad una possibilità di modifica genetica per aumentare i livelli di SIRT6, una soluzione del genere negli esseri umani sembra ad oggi ancora troppo difficile da applicare. Gli stessi scienziati pensano, però, che si possa lavorare ad un farmaco che aumenti l’attività della proteina SIRT6 negli esseri umani ed è quello a cui il team di Cohen sta lavorando attualmente.[1]