
Quantitativi, sebbene molto piccoli, di acqua sono stati intravisti sul suolo lunare grazie alla strumentazione del Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA.
L’articolo pubblicato su Geophysical Research Letters parla di come sia stato utilizzato il Lyman Alpha Mapping Project (LAMP), uno spettrografo presente sulla sonda, per l’individuazione di molecole d’acqua sulla superficie lunare.
Nello specifico queste ultime erano legate alla regolite presente sul suolo lunare fino a che le temperature superficiali raggiungevano il picco, più o meno intorno al mezzogiorno lunare. A quel punto le molecole di acqua si scollegano dalla regolite e possono rimbalzare sulla superficie fino a popolare l’esile atmosfera lunare. Quando poi le temperature calano, le molecole possono dunque tornare in superficie. Si tratta di una delle prime ricerche che dimostrano che esiste una sorta di ciclo dell’acqua sulla Luna, o perlomeno dell’acqua in esile movimento.
Secondo gli scienziati, la fonte della maggior parte dell’acqua superficiale della luna è da ricercare negli ioni di idrogeno presenti nel vento solare. Questo vuol dire che quando la luna passa dietro la Terra, quest’ultima funge da scudo e questo “rubinetto d’acqua” dovrebbe essenzialmente spegnersi.
Tuttavia l’acqua osservata durante questo studio non diminuiva quando la Luna veniva schermata dalla Terra e ciò suggerisce che essa si accumula nel tempo piuttosto che che “piovere” direttamente dal vento solare.
Si tratta di una ricerca importante per eventuali stazioni umane sulla Luna (si potrebbe trovare un modo infatti per prelevare e sfruttare questa acqua) ma anche perché dimostra che la Luna non è quel corpo tutto sommato secco e arido così come ci è stato sempre presentato, anche attraverso le foto e i video delle missioni Apollo.