
Un biosensore tridimensionale, fatto con fili conduttori di DNA potenziati con oro, migliori rispetto ai più classici sensori bidimensionali piatti, sono stati sviluppati da un gruppo di ricerca del KTH Royal Institute of Technology e e dell’Università di Stoccolma.
Wouter van der Wijngaart, uno degli scienziati impegnati nella ricerca, afferma che ci si trova di fronte alla prima formazione di nanofili metallici ottenuta tramite lo stiramento del DNA con una membrana porosa.
Con questo biosensori è possibile misurare più facilmente più biomolecole simultaneamente e risulta anche 100 volte più sensibile secondo lo scienziato.
I nanofili di DNA, Conduttive proprio per la presenza dell’oro, vengono creati quando entrano a contatto con specifiche molecole e quindi trasmettono l’informazione relativa all’esistenza di queste ultime anche quando esistono in bassa concentrazione.
La ricerca è stata pubblicata su Microsystems and Nanoengineering.
Fonti e approfondimenti
- Technique produces powerful DNA wire biosensors | KTH (IA)
- Efficient DNA-assisted synthesis of trans-membrane gold nanowires | Microsystems & Nanoengineering (DOI: 10.1038/micronano.2017.84) (IA)
Fonti e approfondimenti
Articoli correlati
- Nuova membrana produce 100 volte più energia dall’acqua di mare
- Prodotti nanofili di metallo quasi 1-D con diametro di tre atomi
- Biosensore per monitorare livelli di glucosio in lacrime e sudore
- Dispositivo converte anidride carbonica in molecole organiche, sarà utile su Marte
- Batteri da utilizzare nell’elettronica? Possibilità per nulla lontana
- Dispositivo crea elettricità da umidità con nanofili proteici batterici
- Rete di nanofili mostra caratteristiche simili a quelle del cervello
- Energia elettrica dal sudore per far funzionare sensori da attraccare sulla pelle