
Il ricercatore Yang Yang della University of Central Florida ha sviluppato un nuovo nanomateriale in grado di estrarre l’idrogeno, da utilizzare poi come carburante, dall’acqua di mare. Tuttavia, almeno per il momento, il processo risulta troppo costoso in quanto l’elettricità necessaria per far funzionare il procedimento stesso supera il guadagno ottenuto dall’estrazione dell’idrogeno.
Questo materiale ibrido è capace tuttavia di sfruttare l’energia solare e lo studio risulta comunque una ricerca abbastanza interessante in chiave futura è soprattutto in chiave di estrazione di energia pulita è rinnovabile (la quantità dell’acqua di mare pressoché immensa sulla Terra).
Il materiale utilizza una fotocatalizzatore in grado non solo di raccogliere uno spettro di luce molto più ampio di altri materiali ma di resistere nel corso del tempo alle condizioni, spesso molto stressanti e proibitive, che si possono trovare nell’acqua del mare.
Il fotocatalizzatore è a sua volta composto da piccole nanocavità incise a livello chimico sulla superficie di una pellicola ultrasonica di biossido di titanio. Queste stesse nanocavità sono poi rivestite con disolfuro di molibdeno, un materiale bidimensionale che vanta lo spessore di un atomo.
Secondo Yang “Possiamo assorbire molto più energia solare dalla luce rispetto al materiale convenzionale”.
Fonti e approfondimenti
- Researcher’s Nanomaterial Can Extract Hydrogen Fuel from Seawater – UCF News – University of Central Florida Articles – Orlando, FL News (IA)
- MoS2/TiO2 Heterostructures as Nonmetal Plasmonic Photocatalysts for Highly Efficient Hydrogen Evolution – Energy & Environmental Science (RSC Publishing) (IA)
- DOI: 10.1039/C7EE02464A
- Crediti immagine: University of Central Florida