
Una nanoparticella che elimina pezzi di placche che possono causare attacchi di cuore: è il progetto che ha in serbo un team di scienziati capitanato da Bryan Smith, professore di ingegneria biomedica dell’Università Statale del Michigan.
Smith e colleghi hanno sviluppato, come descritto in un lavoro pubblicato su Nature Nanotechnology, una sorta di piccolo cavallo di Troia che può essere inserito nel corpo e che può prendere di mira i detriti che vanno a formare le placche intorno al cuore riducendo queste ultime.
Si tratterebbe di un trattamento potenziale molto utile per l’aterosclerosi, che di per sé può essere considerata come una delle principali cause di morte.
La nanoparticella è caratterizzato da un’altissima selettività: prende di mira praticamente solo un tipo di cellula immunitaria, i macrofagi.
Introdottasi in queste ultime, rilascia un farmaco il quale stimola la stessa cellula ad inghiottire e a mangiare i detriti cellulari. In questo modo si possono rimuovere le cellule morte o malate nel nucleo della placca, cellule che sono precursori dell’aterosclerosi.
La stessa placca può dunque venire ridotta e in un certo senso stabilizzata.
Gli effetti collaterali sarebbero minimi, secondo Smith e colleghi, grazie soprattutto alla selettività senza precedenti di questo nuovo nanofarmaco.
Ora i ricercatori intendono fare degli esperimenti su modelli animali e su tessuti umani per quello che ritengono un metodo senza precedenti e una “scoperta rivoluzionaria nell’aterosclerosi”.
Approfondimenti
- Nanoparticle chomps away plaques that cause heart attacks | MSUToday | Michigan State University (IA)
- Pro-efferocytic nanoparticles are specifically taken up by lesional macrophages and prevent atherosclerosis | Nature Nanotechnology (IA) (DOI: 10.1038/s41565-019-0619-3)
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