NASA lancerà navicella contro asteroide: cosa accadrà?

Credito: NASA/Johns Hopkins Applied Physics Lab

La missione spaziale della NASA denominata Double Asteroid Redirection Test (DART) dovrebbe vedere il lancio entro la fine di quest’anno (forse entro la fine di novembre). Si tratta di una delle emissioni più importanti che gli esseri umani abbiano mai organizzato per capire la fattibilità di uno dei metodi più citati tra quelli che si potrebbero mettere in atto per abbassare il rischio che un asteroide in rotta verso il nostro pianeta possa colpirci e creare danni irreparabili.

Colpire in pieno Dimorphos

Una volta partita, la navicella impiegherà circa un anno per raggiungere Dimorphos, un asteroide più grande di un campo da calcio che in realtà è una sorta di “luna”, visto che orbita intorno ad un asteroide molto più grande, denominato Didymos.
Qual è il piano della NASA? Colpire in pieno Dimorphos con la stessa navicella, che ha le dimensioni di un’auto e che pesa circa una tonnellata, per capire gli effetti dello scontro.
La speranza, infatti, è che l’asteroide, una volta colpito dalla navicella, modifichi, anche solo leggermente, la propria rotazione e forse anche la propria orbita intorno a Didymos. Tecnici e scienziati della NASA si ritroveranno tutti lì a guardare e a raccogliere dati.

Ottenere quante più informazioni possibili

Lo scopo finale è ottenere quante più informazioni possibili sulla capacità, per il momento ancora teorica, dell’umanità, con il livello tecnologico raggiunto fino ad oggi, di spostare l’orbita di un asteroide tramite l’impatto con un corpo artificiale più o meno massiccio o con altri metodi.
Naturalmente qualche simulazione è stata già fatta e più o meno si prevede cosa dovrebbe accadere. Una di queste simulazioni è oggetto di un nuovo studio pubblicato sulla rivista Icarus.

L’impatto potrebbe avere conseguenze “drammatiche”

I ricercatori dell’Università del Maryland hanno infatti calcolato quanto la navicella DART potrebbe alterare la rotazione di Dimorphos; hanno considerato varie caratteristiche tra cui la quantità del moto dell’impatto che altererà il beccheggio, il rollio e l’imbardata dell’asteroide stesso.
Il leggero spostamento dell’orbita in realtà è solo teorico. Come lascia intendere Harrison Agrusa, l’impatto potrebbe avere risultati sconosciuti o addirittura “drammatici”. L’asteroide, per esempio, potrebbe crollare su sé stesso entrando in uno stato “caotico”. È questo, infatti, uno dei risultati delle simulazioni effettuate dai ricercatori, un risultato che è stato per loro “una grande sorpresa”, come spiega lo stesso Agrusa.

Cambiamento di rotazione potrebbe mettere in difficoltà seconda missione

I ricercatori hanno calcolato che l’energia dell’impatto della navicella contro Dimorphos potrebbe essere equivalente a quello di 3 tonnellate di tritolo che esplodono. I cambiamenti della rotazione dell’asteroide, come spiega il sito del MIT Technology Review, non saranno comunque immediati. Ci vorranno diversi giorni affinché succeda davvero qualcosa e affinché l’asteroide cominci a girare, a causa dell’impatto, in una direzione piuttosto che in un’altra.
Uno degli effetti negativi che potrebbe causare questo impatto sta nella velocità della rotazione che potrebbe aumentare e rendere più difficile l’atterraggio di un’altra navicella, stavolta costruita dall’agenzia spaziale europea, che ha organizzato un’altra missione denominata Hera.

Troveremo un giorno un metodo per non farci colpire da un asteroide pericoloso?

In effetti l’arrivo stesso di questa seconda navicella è essenziale per capire poi cosa sarà successo a seguito dell’impatto della prima navicella.
“C’è un sacco di fisica che devi capire”, spiega Paul Wiegert dell’Università dell’Ontario occidentale.
Quel che sembra certo è che con queste due missioni inizierà definitivamente quel lungo percorso che dovrebbe portare l’umanità ad ideare un metodo efficiente per bloccare quello che è uno dei pericoli principali per tutto il mondo: gli asteroidi.

Note e approfondimenti

  1. The excited spin state of Dimorphos resulting from the DART impact – ScienceDirect (IA) (DOI: 10.1016/j.icarus.2021.114624)

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