
In un post apparso sul sito ufficiale, il Jet Propulsion Laboratory della NASA ha annunciato di aver realizzato un nuovo materiale per proteggere navicelle e satelliti nello spazio dall’impatto con oggetti vaganti, in primis meteoriti e polveri spaziali varie (questo è uno dei problemi principali per tutte le strutture spedite dall’uomo nello spazio, siano esse satelliti artificiali che navicelle che si inoltrano nello spazio profondo).
Realizzato grazie ad una tecnologia di stampa “4D”, il materiale sembra essere un reticolo di tanti piccoli quadratini incatenati tra loro (in realtà è un’unica struttura) e può essere piegato o avvolto come un foglio, una caratteristica che permetterà allo stesso di essere disteso e di coprire agevolmente qualsiasi tipologia di struttura.
La caratteristica più importante è il fatto che questo “telo” può essere stampato in maniera abbastanza agevole e con strutture non troppo “dispendiose” per quanto riguarda tempo e spazio. Con una stampante 3D, gli astronauti potrebbero infatti un giorno letteralmente stampare il proprio scudo spaziale in loco qualora, ad esempio, si danneggiasse o dovesse essere sostituito.
Il tessuto, alla cui progettazione hanno partecipato Raul Polit Casillas e i suoi colleghi del JPL, vanta inoltre proprietà termiche nettamente migliori a qualsiasi altra tipologia di scudo finora adottata anche perché riesce, in parte, a riflettere la luce.
Fonti e approfondimenti
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