
Una sonda potrebbe raggiungere ‘Oumuamua in 26 anni secondo uno studio di un team di scienziati ripreso da Universe Today. Il team di ricercatori dell’Institute for Interstellar Studies (i4is) ha infatti realizzato un nuovo studio nel contesto del progetto Lyra.
Secondo il nuovo studio potrebbe essere costruita una navicella che, tramite complesse manovre che sfrutterebbero l’azione gravitazionale di alcuni pianeti del sistema solare, potrebbe raggiungere l’oggetto interstellare in poche decine di anni.
Navicella potrebbe raggiungere Oumuamua nel giro di 26 anni
Secondo quanto riferisce Universe Today,[1] se la missione fosse lanciata nel 2028, la navicella potrebbe raggiungere Oumuamua nel giro di 26 anni, non molto considerando che l’oggetto in questione si trova praticamente nella periferia del sistema solare.
La navicella dovrebbe mettere in atto una difficile manovra di Oberth “modificata”. La manovra di Oberth si basa sulla caduta, da parte della sonda, nel pozzo gravitazionale di un grosso corpo e poi l’accensione dei motori, proprio durante la caduta, in modo che la navicella possa ottenere una velocità aggiuntiva.
Complessa manovra
Nel caso della navicella che dovrebbe raggiungere Oumuamua essa dovrebbe “cadere” intorno al Sole, avvicinandosi il più possibile. Si tratta della cosiddetta “manovra di Oberth”. In questa manovra la navicella dovrebbe sfruttare una tecnica nota come “assistenza gravitazionale”. Oltre all’azione gravitazionale del Sole, la navicella dovrebbe usare anche la forza gravitazionale di un terzo corpo, tipicamente un pianeta.
Tuttavia le sfide tecniche relative all’avvicinamento al Sole, che dovrebbe essere comunque molto pronunciato, sono davvero tante e la prima è proprio quella del calore che la nostra stella emana.
Manovra di Oberth “gioviana”
I ricercatori propongono dunque, nel nuovo studio, una manovra di Oberth “gioviana”, una manovra che escluderebbe il Sole.
La navicella, dopo il lancio dalla Terra, oscillerebbe intorno a Venere e intorno alla Terra per poi oscillare di nuovo, con una particolare manovra, intorno al nostro pianeta. A quel punto potrebbe cominciare ad ottenere l’assistenza gravitazionale da parte di Giove. La manovra, definita anche “V-E-E-GA” (Venus, Earth, Earth, Gravity Assist), permetterebbe di sfruttare l’aiuto gravitazionale del gigante gassoso, cosa che procurerebbe una “fuga” a velocità elevate con pochissimo carburante.
Progetto Lyra
Il progetto Lyra fu ideato già meno di due settimane dopo la scoperta di Oumuamua. Intendiamoci, si è sempre trattato di uno studio concettuale, più che altro una serie di ricerche per capire se una missione del genere potrebbe realmente essere messa in atto. I ricercatori hanno preso in considerazione anche tecniche come la propulsione nucleare-termica e una vela laser per recuperare il ritardo con l’oggetto interstellare affinché una sonda possa raggiungerlo.
Concetti
Molti dei concetti affrontati dal team del progetto Lyra sono stati presi in considerazione anche dai ricercatori del progetto Breakthrough Starshot, realizzato dalla Breakthrough Initiatives, secondo il quale è possibile creare piccole sonde che potrebbero compiere viaggi interstellari praticamente sotto la spinta della luce del sole e di un laser dalla Terra che agirebbero su una “vela”.
Tuttavia la maggior parte di questi concetti prevede la difficile manovra di Oberth solare, con un avvicinamento molto pronunciato alla nostra stella.
Finestra di lancio del 2028
I ricercatori credono, invece, che con la nuova manovra di Oberth “gioviana”, sfruttando una finestra di lancio del 2028, la navicella spaziale potrebbe raggiungere Oumuamua nel 2054. Una volta raggiunto l’oggetto, la navicella compirebbe un rendez-vous ed effettuerebbe un’analisi ravvicinata raccogliendo dati dal valore incommensurabile.
Il nuovo studio è stato pubblicato su arXiv.[2]