
Negli istituti universitari e nelle scuole cinesi i videogiochi sono presi in seria considerazione. Se in Occidente beccare un ragazzo che utilizza un videogioco portatile in classe può portare ad una nota di demerito nel registro, negli istituti della Cina sono gli stessi insegnanti a favorire la pratica del videogioco nelle ore di lezione tanto che in molti istituti scolastici del paese i corsi di videogioco sono divenuti oramai obbligatori.
L’industria degli eSport si è espansa tantissimo in Cina tanto che enormi tornei di videogiochi si tengono periodicamente in tutte le principali città del paese.
La crescita degli e-sport a livello globale non mostra alcun rallentamento tanto che alcune società di mercato stimano un valore poco sotto il miliardo di dollari nel solo 2018, con un aumento stimato del 38,2% nei confronti del 2017.
Ma è la Cina (insieme ad altri paesi del sud-est asiatico, comunque) a colpire per quella che può essere considerata come una vera e propria istitutalizzazione del fenomeno videoludico: al momento sono ben 910 le università, sparse in tutto il paese, in cui tornei di videogioco vengono organizzati proprio come negli Stati Uniti si organizzano tornei universitari di football o di basket.
Uno degli istituti, il Lanxiang, vanta un vero e proprio corso in cui si insegnano le competenze necessarie per avere successo negli eSport. Al corso si sono iscritti già 50 studenti e lo stesso direttore scolastico dichiara all’AFP: “All’inizio, molti genitori pensavano che si trattasse solo di videogiochi. In effetti, non è così, l’eSport si sta sviluppando a un livello molto alto ed è diventato un motore di crescita economica”.
Tra i videogiochi attualmente più in voga ci sono League of Legends, Overwatch, Counter Strike e l’ultimo arrivato PlayerUnknown’s Battlegrounds, che in Cina è presto diventato un vero e proprio fenomeno di culto.