Ci sarebbe stata una netta diminuzione di ricoveri per emorragia subaracnoidea nel corso della pandemia da COVID-19, almeno durante il periodo iniziale, secondo uno studio pubblicato su Stroke & Vascular Neurology.[2] Lo studio ha preso in esame i pazienti affetti da questa patologia i cui dati erano presenti in alcuni database tra cui l’International Classification of Diseases. I ricercatori hanno analizzato i ricoveri nei mesi successivi al picco iniziale di COVID.
L’emorragia subaracnoidea è una patologia che vede un sanguinamento nell’area tra il cervello e quel tessuto che copre cervello stesso. Secondo i ricercatori che hanno realizzato questo studio, i ricoveri per questa patologia sarebbero diminuiti del 22,5% tra il 1° marzo 2020 e il 31 maggio 2020 rispetto all’anno precedente (1 marzo-31 maggio 2019). I dati provenivano da sei continenti diversi per un totale di 37 paesi.
La cosa desta preoccupazione secondo Thanh N Nguyen, uno degli autori principali dello studio nonché neurologo vascolare e interventista presso il Boston Medical Center, dato che questa patologia può causare alti tassi di mortalità oppure invalidità permanente: “Queste condizioni neurologiche possono essere pericolose per la vita se le cure non vengono sollecitate”, riferisce il ricercatore.[1]
Note e approfondimenti
- Significant Decline in Subarachnoid Hemorrhage Hospitalizations for Neurological Emergencies Due to COVID-19 | Boston Medical Center (IA)
- Decline in subarachnoid haemorrhage volumes associated with the first wave of the COVID-19 pandemic | Stroke and Vascular Neurology (IA) (DOI: 10.1136/svn-2020-000695)