Non è una nube quella intorno al nero al centro di Via Lattea, ecco di cosa si tratta

Credito: orin, Shutterstock, ID: 285782144

Non è una nube di gas e di polvere quella individuata inizialmente nel 2011 al centro della nostra galassia ma un trio di stelle molto giovani. È la conclusione di un nuovo studio, pubblicato sull’Astrophysical Journal, che chiarisce la natura di un oggetto inizialmente scoperto tramite i dati, raccolti all’infrarosso, del Very Large Telescope.

Livelli di dettaglio molto maggiori rispetto al 2011

Il nuovo studio, condotto da ricercatori dell’Istituto di Astrofisica dell’Università di Colonia, si è basato sulla raccolta di dati, reperiti ancora una volta grazie al Very Large Telescope (VLT) dell’European Southern Observatory, reperiti su varie lunghezze d’onda. Questa volta i ricercatori hanno analizzato ogni pixel delle immagini acquisite ottenendo livelli di dettaglio non raggiunti nel 2011.
Sono giunti alla conclusione che si tratta di tre singole stelle. La zona analizzata si trova nel centro della nostra galassia.

Inizialmente si pensò a nube di gas e polveri

Inizialmente i ricercatori scoprivano quella che sembrava una nube di gas e di polvere, una nube che denominarono G2.
Tuttavia sorse subito un problema concettuale: una nube del genere, così vicino al centro della galassia, avrebbe dovuto interagire con il buco nero supermassiccio posto al centro della stessa Via Lattea. La nube avrebbe dovuto scontrarsi con SgrA* producendo delle esplosioni, cosa che non sembrava accadere.

Il problema della temperatura

Inoltre i ricercatori scoprivano che la temperatura di G2 risultava essere più alta, di circa due volte, rispetto a quella delle nubi di polveri circostanti. Inizialmente la cosa fu spiegata con la possibilità che le stelle, molto più numerose nella zona centrale della Via Lattea, avrebbero potuto riscaldare la nube oltre determinati limiti.
Tuttavia la domanda nasceva spontanea: perché le altre nubi intorno non venivano riscaldate dalle numerose stelle dell’area centrale? Non poteva essere il buco nero supermassiccio a scaldare la nube perché la distanza dal buco nero variava ma la temperatura rimaneva sempre la stessa.

Intorno a buco nero supermassiccio di solito non si formano nuove stelle

I ricercatori, che hanno usato diversi dati raccolti dal 2005 al 2019, sono giunti alla sensazionale conclusione secondo cui si tratta di tre giovani stelle in evoluzione. Florian Peißker, uno dei ricercatori coinvolti nello studio, spiega che “mai prima d’ora erano state osservate stelle più giovani di quelle trovate intorno a SgrA*”. Si tratta di un’informazione degna di nota anche perché un buco nero supermassiccio non agevola la formazione di nuove stelle nella regione in cui si trova.
Queste scoperte potrebbero essere utili per capire l’evoluzione dei buchi neri supermassicci, anche di quelli presenti al centro di altre galassie.

Note

  1. The Apparent Tail of the Galactic Center Object G2/DSO – IOPscience (DOI: 10.3847/1538-4357/ac23df)
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