
Un importante evento di estinzione avvenuto nelle aree dell’odierna Africa e dell’odierna penisola arabica poco più di 30 milioni di anni fa, un evento mai documentato prima, viene descritto in un un nuovo studio pubblicato su Communications Biology secondo un comunicato del Duke University Lemur Center.
- Quasi tutti i mammiferi africani si estinsero 30 milioni di anni fa
- L’estinzione dell’Eocene-Oligocene
- No, clima mite dell’Africa non aiutò mammiferi
- Mammiferi africani solo dopo milioni di anni si ripresero
- Diversificazione dopo estinzione: lo suggeriscono denti fossili
- Collo di bottiglia evolutivo
- Nostri antenati sono arrivati quasi a non esistere più
- Note e approfondimenti
Quasi tutti i mammiferi africani si estinsero 30 milioni di anni fa
Grazie ai numerosi fossili che si trovano presso il Center Division of Fossil Primates (DLCDFP) del Lemur, i ricercatori, a seguito di anni di studi, sono giunti alla conclusione che una trentina di milioni di anni fa la maggior parte dei mammiferi africani, compresi i primati e dunque anche i nostri antenati, si sono estinti così come hanno fatto tante altre specie in tutto il mondo, una conclusione che contrasta quello che si ipotizzava precedentemente.
L’estinzione dell’Eocene-Oligocene
I ricercatori fanno riferimento ad un’estinzione di massa avvenuto poco più di 30 milioni di anni fa, l’evento di estinzione del confine Eocene-Oligocene, detto anche Grande Coupure. Durante questo periodo c’è stato un cambiamento climatico di natura globale; diverse aree cambiarono velocemente aspetto e molte di esse si trasformarono da paludi a distese ghiacciate.
Il cambiamento climatico, fu “drammatico”: la Terra, differentemente da quanto sta avvenendo oggi, si raffreddò mentre le calotte glaciali diventarono molto più grandi. Il livello del mare diminuì e le foreste si trasformarono, in molte zone del mondo, in praterie. Lo stesso livello di anidride carbonica nell’aria comincia a scarseggiare.
Gli scienziati calcolano che due terzi delle specie di animali conosciute che vivevano in Asia e in Europa si estinsero.
No, clima mite dell’Africa non aiutò mammiferi
Questo era quello che già si sapeva. Quello che hanno scoperto i ricercatori è che anche i mammiferi africani subirono forti perdite; anzi molte delle specie scomparirono del tutto. Precedentemente si pensava che questo gruppo di animali in Africa fosse uscito più o meno “illeso” dall’estinzione di massa dell’Eocene-Oligocene.
Si credeva che il clima più mite dell’Africa, nonché la vicinanza all’equatore, avesse rappresentata un vantaggio per questi animali. In realtà i ricercatori mostrano che non è stato così.
Mammiferi africani solo dopo milioni di anni si ripresero
Esaminando i fossili di diversi gruppi di mammiferi (roditori anomaluroidi e istricognati, primati antropoidi e strepsirrini e ienodonti carnivori) e raccogliendo i dati di centinaia di fossili provenienti da vari siti in Africa, i ricercatori hanno ricostruito gli alberi evolutivi di diverse specie individuando anche la ramificazione dei nuovi lignaggi. I risultati suggeriscono che tutti i gruppi di mammiferi analizzati subirono perdite enormi tra l’eocene e l’oligocene.
Considerando i reperti fossili, solo dopo alcuni milioni di anni da quest’evento i membri di questi gruppi sembrano essere riapparsi ma lo hanno fatto con un aspetto diverso.
Diversificazione dopo estinzione: lo suggeriscono denti fossili
La diversa anatomia mostra che c’è stato un evento di estinzione enorme che ha coinvolto anche i mammiferi, comprese le scimmie e i primati in generale. A tal proposito anche la prova relativa ai fossili di denti di questi animali ne è una prova: dopo l’evento roditori e primati mostravano denti del tutto diversi, cosa che indica che diventarono specie del tutto nuove e differenti, aveva una dieta diversa e vivevano in habitat diversi.
In tal senso un’estinzione di massa come questa può essere molto interessante per la vita: “Uccide le cose, ma apre anche nuove opportunità ecologiche per i lignaggi che sopravvivono in questo nuovo mondo”, spiega Matt Borths uno curatore del Matt Borths e uno degli autori dello studio.
Collo di bottiglia evolutivo
A questo punto il confine Eocene-Oligocene può essere considerato come un collo di bottiglia evolutivo, un fenomeno già occorso diverse volte nel passato sul nostro pianeta: durante eventi traumatici globali come questi, mentre la maggior parte dei lignaggi animali si estinguono, alcuni sopravvivono e queste poche linee in pochi milioni di anni cominciano a diversificarsi creando nuove specie. Ciò crea quello che può essere chiamato come un “buco” nella documentazione fossile.
Nostri antenati sono arrivati quasi a non esistere più
Per quanto riguarda i nostri antenati è stato trovato solo un tipo di dente fossile: come spiega Erik R. Seiffert, professore del Dipartimento di scienze anatomiche integrative presso la Keck School of Medicine dell’Università della California meridionale, probabilmente i nostri antenati sono arrivati quasi a non esistere più: se quel piccolo gruppo di scimmie antropomorfe se fosse estinto, così come avevano fatto molte altre specie, probabilmente noi oggi non saremmo qui.
Note e approfondimenti
- Widespread loss of mammalian lineage and dietary diversity in the early Oligocene of Afro-Arabia | Communications Biology (IA) (DOI: 10.1038/s42003-021-02707-9)