
Nel corso del 2019 il numero dei suicidi in Giappone è sceso sotto la cifra dei 20.000 secondo quanto riporta il Japan Times. Si tratta del dato più basso da quando sono iniziate le registrazioni di questo tipo nel 1978.
L’articolo, che riporta i dati pubblicati dal ministero della salute giapponese, mostra dunque un minimo storico che è minore anche della cifra dei 20.434 suicidi avvenuti nel 1981.
Si tratta del 10º anno consecutivo in cui i suicidi diminuiscono. Nello specifico il 2019 ha visto un calo di 881 suicidi rispetto al 2018, un calo del 4,2%.
Con i dati di 2019, il tasso di suicidi per 100.000 persone in Giappone è sceso dunque ad un minimo di 15,8, un record e qualcosa che avvicina lo stesso Giappone a quello che viene considerato come un obiettivo, ossia ridurre i tassi di suicidio a 13 per 100.000 persone.
La diminuzione dei suicidi in Giappone è da addurre anche ad una ripresa economica ma sono soprattutto agli sforzi fatti dagli enti governativi, come campagne di prevenzione, ad aver avuto probabilmente il maggior effetto positivo.
Basti pensare che del 2006, per esempio, è entrata in vigore una legge anti-suicidi che ha dato inizio ad un declino nel numero dei suicidi che sta continuando ancora oggi. Questa legge obbliga i comuni a creare veri e propri piani di azione, a livello di intervento sociale, per affrontare il problema dei suicidi, problema molto sentito in Giappone.
Tuttavia alcune organizzazioni non governative fanno notare che c’è poco da festeggiare: mentre il tasso di suicidi è certamente diminuito, non è diminuito il numero dei suicidi tra i giovani, nello specifico tra i minori di 20 anni, la cui cifra è rimasta sostanzialmente la stessa.
Per i giovani tra i 10 e i 19 anni il suicidio resta ancora la principale causa di morte e, se si considerano solo i dati dell’anno 2018, il suicidio è stato la principale causa di morte per le persone dai 15 ai 39 anni in Giappone.