
In relazione alla scoperta che la niclosamide, un farmaco che viene di solito utilizzato per contrastare la tenia, sembra mostrare un effetto antivirale contro il SARS-CoV-2, il virus che causa la COVID-19, un team di ricercatori annuncia di aver sviluppato una nuova soluzione che solubilizza e rende più effettivo questo farmaco.
Quest’ultimo, infatti, ha comunque un potenziale limitato perché è dotato di una struttura che difficilmente si dissolve e quindi difficilmente viene assorbito dal paziente.
A capo dello studio c’è Yuan Yao, ricercatore della Purdue University. Quest’ultimo ha infatti sviluppato una nuova nanoparticella a base vegetale denominata OHPP (octenilsuccinato idrossipropil fitoglicogeno) che rende solubile la niclosamide. Tramite la nuova particella, la niclosamide può essere più efficacemente rilasciata alle cellule.
“La niclosamide ha una struttura dura e cristallina. Se somministrata al corpo umano, può comportarsi come sabbia, non rilasciando efficacemente il composto per fornire effetti terapeutici”, spiega Yao. “Ma usando l’OHPP, possiamo solubilizzare questi cristalli, rendendo potenzialmente la niclosamide biodisponibile come farmaco per COVID-19”.
I ricercatori stanno lavorando a questa nuova nanoparticella già da sei anni, dunque prima della diffusione della COVID-19. Hanno scelto la niclosamide come farmaco modello per sviluppare l’OHPP perché ha un potenziale anticancro e risulta essere uno dei farmaci più difficili da solubilizzare. Questo lavoro, dunque, potrebbe servire per realizzare una versione maggiormente efficace della niclosamide nel caso quest’ultima si mostrasse davvero utile per contrastare il virus della COVID-19.
“Eravamo interessati alla niclosamide come potenziale farmaco anticancro, ma ora siamo tutti entusiasti del fatto che la niclosamide abilitata per l’OHPP possa essere potenzialmente utilizzata per combattere il COVID-19”, spiega ancora Yao.