
Il monitoraggio continuo dei bambini nati prematuri rimane essenziale considerando anche che ogni anno sono quasi 15 i milioni di bambini che nascono troppo presto e che vengono ricoverati per diverse settimane nelle incubatrici che fanno da ambienti termoregolati nelle terapie intensive neonatali.
Proprio in questo contesto si stanno utilizzando sempre di più le ultime tecnologie per eseguire monitoraggi sempre più efficienti ma anche più discreti.
Una nuova serie di algoritmi è stata sviluppata da Rohan Joshi, ricercatore presso l’Università tecnologica di Eindhoven.
I suoi algoritmi servono per dare priorità agli allarmi più importanti.
Inoltre Lo stesso ricercatore ha sviluppato anche un sensore senza contatto che monitora la respirazione e il movimento dei bambini prematuri.
Proprio quest’ultimo tipo di monitoraggio favorisce la prevenzione di infezioni a volte anche gravi.
Joshi ha utilizzato la tecnica dell’apprendimento automatico analizzando varie quantità di dati riguardanti segnali di monitoraggio dei bambini.
In questo modo è riuscito a creare un sistema automatizzato che elimina gli allarmi meno gravi, ad esempio alcuni legati alla frequenza cardiaca a volte un po’ meno regolare oppure alla saturazione dell’ossigeno all’interno dell’incubatrice, dando maggiore priorità agli allarmi più critici.
Normalmente questo tipo di monitoraggio richiede l’utilizzo di elettrodi adesivi sulla pelle dei bambini, un sistema a volte troppo invasivo e comunque scomodo per i bimbi.
Proprio per migliorare il conforto dei neonati, lo scienziato propone questo sistema di monitoraggio alternativo praticamente senza contatto grazie ad un sensore di pressione, simile ad una pellicola, che può essere incorporato nel materassino dell’incubatrice. Già diversi test avrebbero dimostrato, come riferito nel comunicato stampa, che questo sensore risulta affidabile quanto gli elettrodi standard.