Nuovi driver molecolari associati al morbo di Parkinson sono stati scoperti dal gruppo di ricercatori della Icahn School of Medicine del Mount Sinai. I ricercatori hanno utilizzato una tecnica particolare denominata analisi della rete genica multiscala (MGNA), sviluppato dagli stessi ricercatori, per individuare alcuni driver molecolari che sono alla base di varie funzioni di geni a loro volta coinvolti nel morbo di Parkinson.
Circa l’80% dei casi di Parkinson, infatti, non è collegabile ad una causa nota: mentre per il 20% si può parlare di mutazioni genetiche, per il restante dei casi, la maggioranza, l’impatto degli stessi geni o comunque le stesse cause che portano alla malattia non sono chiare.
Come spiega Bin Zhang, professore di genetica e scienze geochimiche dell’istituto americano, questo studio non solo ha rivelato i nuovi driver molecolari “ma chiarisce anche il contesto funzionale dei geni noti del fattore di rischio del morbo di Parkinson”.
L’analisi della rete genetica multiscala utilizza dati genetici, epigenetici, clinici, trascrittomici e patologici nell’analisi dei tessuti per identificare eventuali collegamenti. Si tratta di un metodo efficace per analizzare quei meccanismi molto complessi che sono alla base non solo del Parkinson ma anche di altre malattie neurobiologiche come l’Alzheimer.
Lo stesso metodo può fornire “nuove conoscenze meccanicistiche sulla malattia di Parkinson che potrebbero portare a nuove opportunità terapeutiche”, come spiega nel comunicato stampa Suzana Petanceska, direttrice del programma AMP-AD Target Discovery del National Institute on Aging (NIA).