
Una recente scoperta di fossili ha svelato informazioni significative sulla storia dei dinosauri in Galles. I risultati, pubblicati in Proceedings of the Geologists’ Association, [1] rivelano dettagli affascinanti su queste antiche creature.
Origini dei dinosauri gallesi
Per anni si è creduto che il Galles non avesse fossili di dinosauri. Tuttavia, negli ultimi dieci anni, sono state fatte diverse scoperte. L’ultima ricerca, condotta dall’Università di Bristol, mostra che i primi dinosauri gallesi vivevano oltre 200 milioni di anni fa nelle pianure tropicali in riva al mare. Le tracce trovate a Barry e nei siti vicini suggeriscono che questi dinosauri vagavano attraverso le calde pianure costiere.
Scoperta a Lavernock Point
La scoperta rivoluzionaria è avvenuta a Lavernock Point, vicino a Cardiff e Penarth. Le scogliere qui sono ricche di scisti scuri e calcari, che documentano antichi mari poco profondi. Vari accumuli di ossa includono resti di pesci, squali, rettili marini e dinosauri.
Svelare un antico ecosistema
Owain Evans, ex studente del Master in Paleobiologia di Bristol, ha condotto lo studio. Descrive il letto d’ossa come rivelante in un arcipelago tropicale soggetto a frequenti tempeste. Questo ambiente ha portato via materiale sia dalla terra che dal mare in una zona di marea, creando un sistema ecologico complesso. Comprendeva rettili marini come ittiosauri, plesiosauri e placodonti, insieme a dinosauri terrestri.
Ritrovamenti fossili significativi
Durante il lavoro sul campo, il team ha scoperto un osteoderma placodonte e un osso golare di celacanto. Il dottor Chris Duffin sottolinea la rarità di questi fossili nel Regno Unito, rendendo la scoperta notevole. Il professor Michael Benton aggiunge che il volume dei resti di dinosauri a Lavernock è eccezionalmente emozionante, poiché offre la possibilità di studiare un periodo misterioso della loro evoluzione.
Microfossili e implicazioni più ampie
Una parte significativa dello studio si concentra sui microfossili, come denti di pesce e frammenti di ossa. Analizzando migliaia di esemplari, i ricercatori hanno identificato le specie chiave nei mari poco profondi.