Nuovo anticorpo sintetico non permette al virus SARS-CoV-2 di legarsi alle cellule

La proteina spike del virus SARS-CoV-2 adotta due conformazioni diverse quando si lega al nuovo anticorpo sintetico Sybody 23 (credito: Hrishikesh Das)

Un nuovo anticorpo sintetico che potrebbe essere un’efficace arma di contrasto alla diffusione del virus della COVID-19 è stato identificato da un gruppo di ricerca del Karolinska Institutet in Svezia e dell’EMBL di Amburgo in Germania. L’anticorpo in questione, descritto in uno studio su Nature Communications, sembra impedire al virus SARS-CoV-2 di infettare le cellule umane.
Questi nuovi anticorpi fanno sì che la proteina spike del virus non possa legarsi alla cellula da infettare, cosa che naturalmente blocca l’infezione la diffusione del virus stesso nel corpo.

Martin Hällberg, uno dei ricercatori impegnati nel progetto, attualmente facente parte del Dipartimento di Biologia Cellulare e Molecolare presso il Karolinska, spiega che lui e colleghi hanno sviluppato una particolare tipologia di nanobody denominata sybody. Si tratta di molecole piccole, molto stabili e semplici ed economiche da costruire laboratorio.
Ci sono riusciti usando una piattaforma tecnica recentemente sviluppata. Grazie a queste nuove strumentazioni, infatti, i ricercatori hanno scoperto che, tra le centinaia di anticorpi sintetici prodotti fino adesso, uno in particolare, denominato Sybody 23, sembrava molto efficace nel bloccare quel processo di legame che avviene tra le proteine Spike di virus SARS-CoV-2 e le proteine facenti parte delle superfici delle cellule umane ACE2.

Sybody 23 esegue questa azione di contrasto bloccando le zone in cui si svolge il processo di legame tra il virus e le cellule e facendo in modo che la proteina spike del virus si leghi all’anticorpo e non alla superficie della cellula.
Inoltre i ricercatori hanno scoperto che quando la proteina spike del virus e si lega al Sybody 23 adotta due conformazioni diverse, qualcosa che permetterà ai ricercatori di progettare varie combinazioni di sybody che possono legarsi a varie aree delle proteine Spike del virus SARS-CoV-2 migliorando l’efficacia stessa degli anticorpi e soprattutto rendendo più difficile la neutralizzazione dell’anticorpo stesso da parte del viso tramite le mutazioni.

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