Nuovo coronavirus presente negli Stati Uniti già a dicembre 2019?

Il nuovo coronavirus potrebbe essersi presentato negli Stati Uniti già a dicembre 2019 secondo uno studio pubblicato su Clinical Infectious Diseases e realizzato da ricercatori dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC).
Questi ultimi hanno infatti analizzato i campioni di sangue donati alla Croce Rossa americana da più di 7000 soggetti nel periodo di tempo compreso tra il 13 dicembre 2019 e il 17 gennaio 2020. Dei 7000 ed oltre campioni, 106 sono risultati positivi agli anticorpi del virus SARS-CoV-2. Di questi 106 campioni risultati positivi, 39 erano stati raccolti negli Stati della California, dell’Oregon e di Washington tra il 13 e il 16 dicembre 2019. Altre 67 erano stati invece raccolti dal Connecticut, dall’Iowa, dal Massachusetts, dal Michigan, da Rhode Island e dal Wisconsin tra il 30 dicembre 2019 e il 17 gennaio 2020.

C’è da specificare che i ricercatori hanno anche tenuto di conto della possibilità, abbastanza labile ma comunque esistente, che gli anticorpi che il nostro corpo mette in funzione contro altri coronavirus po possano ssono a volte reagire in maniera incrociata e dare un risultato positivo, cosa che non dimostrerebbe che il soggetto è rimasto infettato dal virus SARS-CoV-2.
A tal proposito i ricercatori hanno eseguito test più approfonditi che tengono di conto di quest’eventuale possibilità e hanno scoperto che 84 dei soggetti avevano degli anticorpi specifici per il nuovo coronavirus SARS-CoV-2.

Il numero, alla fine, restava sempre superiore a quello che ci si sarebbe aspettato dalla media dei falsi positivi in questi casi. In sostanza, è molto improbabile che tutti i soggetti risultati positivi agli anticorpi per il nuovo coronavirus siano tutti dei falsi positivi e sembra dunque certo che il virus si trovava negli Stati Uniti già dicembre 2019, risultato di precedenti infezioni.
Resta il fatto che lo studio non può provare dove questi soggetti abbiano acquisito l’infezione ma il solo fatto che fossero presenti negli Stati Uniti e che avessero o avessero contratto già l’infezione a metà dicembre 2019, comunque un fatto eclatante.

Si tratta di risultati che suggeriscono, insieme a quelli ottenuti il mese scorso dai ricercatori dell’Istituto dei Tumori di Milano e da altri istituti di ricerca nel mondo, che evidentemente la storia stessa di questo virus, e in particolare di come si è diffuso nel mondo, va letteralmente riscritta.

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