
Un nuovo dispositivo per l’elaborazione di cellule staminali dai bioreattori mostra il potenziale di una maggiore disponibilità per le terapie con questo tipo di cellule per i pazienti a costi sempre più bassi. È la conclusione del professor Majid Warkiani dell’Università della Tecnologia di Sydney.[1] Uno studio è stato pubblicato su Bioresources and Bioprocessing.[2]
Terapie basate sulle cellule staminali
Le terapie basate sulle cellule staminali si stanno rivelando sempre più promettenti per un gran numero di malattie e condizioni umane, dal cancro al diabete. La loro caratteristica principale risiede nel fatto che possono sostituire le cellule danneggiate e ciò sta avvenendo, grazie proprio all’avanzamento delle tecnologie, in maniera sempre più economica e veloce.
Il team di ricerca, guidato dallo stesso Warkiani, ha collaborato con l’azienda Regeneus, impegnata nel settore biotecnologico e nello sviluppo di terapie con le cellule staminali.
Dispositivo “all’avanguardia” basato su stampa 3D e su microfluidica
Secondo i ricercatori si tratta di una “tecnologia all’avanguardia” basata sulla stampa 3D e sulla tecnica della microfluidica. Il metodo che hanno sviluppato vede varie fasi di produzione eseguite tutte sullo stesso dispositivo. Questa è una delle caratteristiche primarie che rende il nuovo processo soggetto ad una più ampia disponibilità per i pazienti oltre che a costi più bassi.
Dispositivo è ancora un prototipo
Attualmente il dispositivo è ancora un prototipo ma i ricercatori stanno lavorando con altre aziende biotecnologiche affinché possa entrare commercio presto. Come fa notare lo stesso ricercatore, si tratta di un “sistema chiuso” che non richiede interventi umani. Il sistema si rivela particolarmente adatto, come riferisce il comunicato dell’UTS, per l’elaborazione delle cellule staminali mesenchimali. Si tratta di cellule che sono estratte dal midollo osseo, dal tessuto adiposo o dal sangue prima di essere trattate in laboratorio per la proliferazione.