Nel corso di alcuni esperimenti sui topi, un nuovo farmaco anticoagulante, creato dai ricercatori dell’Università di Manchester, si è rivelato in grado di ripristinare in maniera sorprendentemente efficace il flusso sanguigno nel cervello degli animali. Lo riporta un comunicato sul sito web della stessa università inglese.[1] I ricercatori hanno realizzato anche uno studio apparso sulla rivista Blood.[2]
Trattamento odierno per i coaguli di sangue
Il farmaco è basato su un composto denominato caADAMTS13 che, secondo lo stesso comunicato, potrebbe rivelarsi utile anche negli esseri umani, in particolare quelli resistenti al trattamento anticoagulo attuale.
Secondo quanto spiega il comunicato, attualmente, nella fase acuta di un ictus, si utilizza un trattamento che è efficace per molti pazienti ma che a volte non riesce a trattare i coaguli di sangue particolarmente ricchi di una determinata molecola proteica denominata fattore di von Willebrand (vWF). Questa molecola, che il trattamento attuale non riesce a scomporre, ha un ruolo importante nella formazione stessa del coagulo.[1]
Test sui topi
I ricercatori hanno testato il nuovo farmaco sui topi. Il farmaco veniva somministrato agli animali un’ora dopo l’ictus. Il farmaco riusciva a ridurre in maniera significativa la molecola VWF. Smantellava le sue catene molto lunghe e lo faceva molto rapidamente.
Inoltre il farmaco impediva ai neutrofili, un tipo di globuli bianchi, di introdursi nel tessuto del cervello in quel momento privo di afflusso di sangue. L’introduzione dei neutrofili è ritenuta una delle cause del danno alle cellule cerebrali.[1]
Progressi “eccitanti”
“Il nostro nuovo farmaco è in grado di abbattere i coaguli di sangue resistenti all’attuale trattamento tPA. In tal modo, più pazienti con ictus potrebbero mostrare un recupero funzionale rispetto a quelli attuali”, spiega Stuart Allan, professore a Manchester ed uno degli autori dello studio. Il ricercatore ammette, comunque, che molte altre ricerche dovranno essere eseguite, in particolare per capire se il farmaco è efficace sul lungo periodo dopo l’ictus e anche se, a seguito dell’assunzione dello stesso farmaco, il rischio di emorragia si abbassa. Tuttavia lo stesso scienziato si rivela ottimista e crede che questi progressi siano molto eccitanti.[1]