Nuovo farmaco rallenta effetti dell’Alzheimer nei topi

Abstract grafico dello studio (credito: DOI: /10.1016/j.redox.2020.101648, Redox Biology)

Un team di ricercatori del Salk Institute ha dimostrato che un farmaco da loro sviluppato, che già precedentemente si era dimostrato capace di rendere più lento l’invecchiamento delle cellule del cervello, può servire anche per invertire la perdita di memoria.
È quanto è avvenuto in esperimenti condotti sui topi affetti da Alzheimer. Gli esperimenti e il nuovo farmaco vengono descritti in un nuovo studio apparso sulla rivista Redox Biology.

Il farmaco, denominato CMS121, è stato somministrato ogni giorno a topi afflitti da Alzheimer a partire dai nove mesi di età (un’età che può essere paragonata alla mezza età negli umani) e comunque dopo che gli stessi topi iniziavano a mostrare problemi di memorie di apprendimento.
I ricercatori avevano poi formato un altro gruppo di topi con la stessa malattia e la stessa età che faceva da gruppo di controllo, composto da animali non trattati con il farmaco.

Dopo tre mesi di trattamento, quando i topi avevano 12 mesi si età, sia quelli trattati con il farmaco che quelli non trattati venivano sottoposti a nuovi test di memoria e di comportamento. I ricercatori notavano le differenze tra quelli trattati e quelli non trattati: i topi con Alzheimer che avevano ricevuto il farmaco mostravano risposte migliori nei test rispetto ai topi con la stessa malattia che però non erano stati trattati con il farmaco.

Secondo i ricercatori le differenze possono essere spiegate in un processo denominato perossidazione lipidica, ossia quello relativo alla degradazione dei lipidi a seguito della quale vengono prodotti radicali liberi. Proprio questo processo può causare i danni alle cellule cerebrali.
I topi con Alzheimer mostravano livelli più elevati di questo processo rispetto ai topi sani o ai topi trattati con il farmaco CMS121.
Secondo quanto spiega Gamze Ates, il primo autore dello studio, questi risultati non solo confermano che la perossidazione lipidica è collegata all’Alzheimer e ai suoi livelli di gravità ma anche che il farmaco CMS121 effettivamente funziona, almeno sui topi.

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