
Un nuovo fotorivelatore sviluppato da ricercatori della University of California, Los Angeles, usando il grafene potrebbe migliorare la visione notturna, il rilevamento termico e l’immagine del medico di questa tipologia di dispositivi. La ricerca è stata pubblicata su Light: Science and Applications.
Lo fa grazie al fatto che può lavorare con un più ampio spettro di luce rispetto ai dispositivi simili, anche quelli più all’avanguardia.
Raggiunge questo risultato utilizzando il grafene, un materiale diversi eccellente per rilevare i fotoni in quanto può assorbire energia da una più ampia porzione dello spettro elettromagnetico.
I fotorivelatori sono sostanzialmente sensori di luce, utilizzati anche in dispositivi come fotocamere e simili, e lavorano percependo i fotoni e creandone modelli.
La loro qualità, in termini di utilità e versatilità, dipende in gran parte da questi tre fattori: velocità operativa, sensibilità ai bassi livelli di luce e quantità di spettro percepibile.
Questo nuovo fotorivelatore presenta miglioramenti in tutt’e tre le aree, come specifica Mona Jarrahi, professoressa di ingegneria elettrica e informatica alla UCLA: “Il nostro fotorivelatore potrebbe estendere l’ambito e i potenziali usi dei fotorivelatori nei sistemi di imaging e di rilevamento. Potrebbe migliorare notevolmente l’imaging termico nella visione notturna o nelle applicazioni di diagnosi medica dove le sottili differenze di temperatura possono fornire ai medici molte informazioni sui loro pazienti e potrebbe anche essere utilizzato nelle tecnologie di rilevamento ambientale per identificare con maggiore precisione la concentrazione di inquinanti”.