
Un nuovo materiale, simile al gel, che imita la struttura della pelle è stato creato da un team di ricercatori delle Università di Birmingham e di Huddersfield. I ricercatori descrivono la nuova “pelle artificiale” in uno studio pubblicato su APL Bioengineering. Secondo il comunicato che ci informa del nuovo studio, la nuova pelle potrebbe essere utile nel settore della guarigione delle ferite croniche.
La vera pelle ha tre strati cellulari diversi
Si tratta del primo tentativo di creazione di una pelle artificiale che imita i tre strati della pelle vera, ossia l’ipoderma, il derma e l’epidermide. La vera pelle, infatti, presenta tre diversi tipi di cellule che formano tre strati diversi. Queste cellule hanno caratteristiche diverse. Le diversità riguardano anche la velocità della crescita cellulare, come spiega Alan Smith, uno degli autori dello studio.
È dunque difficile imitare i tre strati della pelle vera in quanto ognuno di essi ha caratteristiche troppo diverse tra loro.
Produzione additiva a strati sospesi
Per superare questo ostacolo, i ricercatori hanno usato una tecnica denominata “produzione additiva a strati sospesi”: hanno prima creato un gel di base e poi l’hanno alterato, anche tramite torsione, formando un letto di particelle. Questo strato veniva poi trattato con una ulteriore iniezione di gel di supporto. Il materiale risultante, poi, veniva “stampato” in modo che gli strati andassero a depositarsi dentro il gelo di supporto. Alla fine del processo di stampa, poi, il gel di supporto veniva eliminato e si aveva la pelle a strati.
Possono essere create strutture cutanee anche molto complesse
Provando a “ferire” la nuova pelle a strati, quest’ultima tendeva a ripararsi più velocemente di altre tipologie di pelli realizzate con tecniche similari. Inoltre con il processo di stampa possono essere create strutture cutanee anche molto complesse.
Esperimenti su campioni di tessuto di maiale
I ricercatori hanno anche sperimentato la nuova pelle su campioni di tessuto di maiale sulla quale praticavano un foro. All’interno di quest’ultimo, poi, inserivano la pelle-gel artificiale e lasciavano crescere il tessuto in laboratorio. Dopo 14 giorni la ferita mostrava già segni di riparazione.
L’obiettivo ultimo, naturalmente, è quello di creare una pelle artificiale che possa riparare la pelle umana più efficacemente con una tecnica che, possibilmente, possa anche ridurre le cicatrici.
Note e approfondimenti
- A suspended layer additive manufacturing approach to the bioprinting of tri-layered skin equivalents: APL Bioengineering: Vol 5, No 4 (DOI: 10.1063/5.0061361)
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