Nuovo metodo per creare ossigeno su Marte con reattori al plasma teorizzato da scienziati

Credito: DALL-E di OpenAI (immagine realizzata da intelligenza artificiale)

Un metodo teorico per estrarre l’ossigeno nell’ambiente marziano con dei reattori al plasma viene descritto in un nuovo studio apparso sul Journal of Applied Physics. Questo nuovo metodo, come descrive il comunicato dell’American Institute of Physics che annuncia lo studio, risulterebbe complementare ad un altro sistema sviluppato dalla NASA e denominato Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment.

Metodo utile per i primi sistemi di supporto vitale

Il nuovo metodo sarebbe capace di produrre un quantitativo di molecole di ossigeno per chilogrammo di strumentazione inviata nello spazio ad un tasso “alto”. Un sistema del genere, naturalmente, potrebbe rivelarsi utilissimo per i primi sistemi di supporto vitale quando i primi esseri umani atterreranno sul pianeta rosso. Inoltre lo stesso ossigeno potrebbe essere utilizzato per le coltivazioni e in generale per sviluppare una prima agricoltura marziana. E questo senza parlare del possibile utilizzo per la preparazione di combustibile.

Il metodo

Il sistema, teorizzato da un team di ricercatori di varie università europee, sfrutterebbe le risorse del luogo. L’atmosfera di Marte è fatta soprattutto di anidride carbonica e questa può essere separata per produrre l’ossigeno. Con la pressione atmosferica che esiste su Marte si può, più o meno agevolmente, usare il plasma. Il plasma può essere considerato come il quarto stato della materia: contiene particelle cariche libere tra cui ioni ed elettroni. In particolare questi ultimi, essendo molto leggeri, possono essere accelerati tramite campi elettrici in maniera relativamente facile.

Dimostrata sperimentalmente la validità di queste teorie

Diventano come dei “proiettili”, come spiega Vasco Guerra, ricercatore dell’Università di Lisbona, uno degli autori dello studio. Questi “proiettili” collidono con le molecole di anidride carbonica e li decompongono oppure trasferiscono la loro energia, cosa che procura delle vibrazioni. L’energia risultante dalle vibrazioni può essere usata, poi, per decomporre l’anidride carbonica: “Insieme ai nostri colleghi in Francia e nei Paesi Bassi, abbiamo dimostrato sperimentalmente la validità di queste teorie. Inoltre, il calore generato nel plasma è anche benefico per la separazione di ossigeno”, spiega il ricercatore. La tecnologia, spiegano i ricercatori nell’abstract, sarebbe versatile, scalabile e potrebbe avere un ruolo molto importante nelle strategie per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse in situ su Marte.

Note e approfondimenti

  1. Plasmas for in situ resource utilization on Mars: Fuels, life support, and agriculture: Journal of Applied Physics: Vol 132, No 7 (DOI: 10.1063/5.0098011)
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