Un nuovo metodo per ripulire l’acqua dalle sostanze PFAS (sostanze alchiliche polifluorurate) è stato sviluppato da un gruppo di ricerca dell’Università di Flinders, Australia. Queste sostanze sono di solito utilizzate nei rivestimenti protettivi, nei lubrificanti e in altre sostanze a base di schiuma, ad esempio quelle antincendio, e possono risultare estremamente tossiche perché possono finire nell’acqua da bere e nel cibo.
Questo metodo, secondo i ricercatori, è a basso costo, sicuro e rispettoso dell’ambiente.
In Australia in particolare l’inquinamento da sostanze PFAS è molto sentito in quanto queste sono presenti nelle schiume antincendio utilizzate un po’ dappertutto, dagli aeroporti ai siti della difesa. Negli ultimi anni sono state riscontrate varie contaminazioni delle falde acquifere e delle acque superficiali nei pressi dei siti dove queste schiume vengono utilizzate.
I ricercatori della Flinders University hanno creato un nuovo tipo di polimero assorbente ottenuto dall’olio di coltura e dallo zolfo combinati con carbone attivo in polvere (powdered activated carbon, PAC).
Questo nuovo polimero può aderire al carbonio e impedire il suo agglomerarsi nel corso della filtrazione dell’acqua. Funziona, secondo i ricercatori australiani, meglio dei metodi classici, che si rifanno al carbone attivo granulare, in quanto, oltre ad essere meno costoso, riduce drasticamente la quantità di polvere generata con minori dischi dei lavoratori che debbono effettuare il filtraggio.
“Il prossimo passo per noi è testare questo assorbente su scala commerciale e dimostrare la sua capacità di purificare migliaia di litri d’acqua, stiamo anche studiando metodi per riciclare il sorbente e distruggere il PFAS”, dichiara Justin Chalker, uno degli autori della ricerca.