Nuovo mini dispositivo trova batteri e virus in fluidi corporei e acqua

Un nuovo, innovativo dispositivo per rilavare i batteri patogeni e i virus che utilizza particolari nanoperle magnetiche è stato creato da un team di ingegneri Gleason College of Engineering del Rochester Institute of Technology in collaborazione con altri ricercatori internazionale.
Secondo il uno comunicato che presenta il relativo studio, apparso su ACS Applied Materials and Interfaces, questo nuovo dispositivo potrebbe migliorare le modalità che attualmente gli scienziati e i medici utilizzano per isolare i ceppi di microrganismi resistenti ai farmaci come quelli dell’Ebola o dei coronavirus.

Come spiega Ke Du, uno dei due ricercatori principali che ha lavorato insieme a Blanca Lapizco-Encinas, è importante rilevare in maniera più efficiente queste malattie di natura patogena in modo da fornire risposte rapide ma anche accurate.
Il problema nell’identificare queste tipologie di batteri o di virus sta proprio nell’isolare una quantità più alta di agenti patogeni. È a questo che serve Il nuovo dispositivo che si rivela relativamente piccolo e “portatile”. Proprio per questo può essere, per esempio, utilizzato negli ospedali da campo o in quelle cliniche non provviste di macchinari simili o che comunque utilizzano filtri a membrana disponibili in commercio non efficienti allo stesso livello.

Il dispositivo, grazie ad una particolare combinazione di canali ampi e poco profondi, riesce ad intrappolare i fluidi in cui batteri sono sospesi. Le microsfere magnetiche, poi, si trovano lungo questi canali e migliorano il processo di acquisizione nonché di isolamento dei microrganismi.
I ricercatori hanno già testato Il nuovo dispositivo isolando con un certo livello di efficienza vari batteri, tra cui l’Escherichia coli, dai fluidi: il filtro sembrava intrappolare proprio le particelle batteriche con un livello di concentrazione maggiore e dunque in maniera più efficiente. Inoltre con questo dispositivo si possono analizzare più campioni allo stesso momento.

Il dispositivo potrà rivelarsi utile non solo per rilevare batteri e virus nel plasma e nel sangue umano ma anche all’interno dell’acqua, ad esempio quella che si utilizza per bere o comunque per l’utilizzo domestico così come quella di uno specchio d’acqua.
“Siamo in grado di portare questo dispositivo portatile in un lago che è stato contaminato da E. coli. Saremo in grado di prelevare alcuni millilitri del campione d’acqua ed eseguirlo attraverso il nostro dispositivo in modo che i batteri possano essere intrappolati e concentrati. Possiamo rilevare rapidamente questi batteri nel dispositivo o rilasciarli in determinati prodotti chimici per analizzarli”, riferisce Du.

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