
Un nuovo robot chirurgico per la laparoscopia mininvasiva è stato sviluppato da una collaborazione tra Robert Wood, della Wyss Associate Faculty di Harvard, e Hiroyuki Suzuki della Sony Corporation. Come riferisce il comunicato stampa in relazione alla ricerca apparsa sulla rivista Nature Machine Intelligence, i due scienziati hanno “portato la robotica chirurgica alla microscala”.
In pratica hanno ideato un manipolatore di movimento comandabile a distanza ispirato agli origami.
Il robot, delle dimensioni di una pallina da tennis e pesante quanto una monetina, è stato già sperimentato in operazioni chirurgiche fittizie, tra cui quella di una cannulazione della vena retinica, mostrando notevoli opportunità. Si tratta di un’operazione complessa durante la quale il chirurgo deve inserire con estrema precisione un ago nell’occhio per iniettare dei farmaci nelle minuscole vene che si trovano dietro bulbo oculare. La precisione, in questi casi, deve essere assoluta. Il robot, nel corso della sperimentazione che simulava questa delicata operazione chirurgica intraoculare, ha dimostrato di poter essere usato anche per operazioni così complesse.
I robot chirurgici già da diversi anni hanno fatto la propria comparsa nelle sale operatorie e, oltre ad assistere gli stessi chirurghi e i medici all’interno delle stesse sale operatorie, possono essere comandati anche a distanza, cosa che favorisce anche la diffusione della cosiddetta “telechirurgia”. Purtroppo questi robot molto spesso sono costosi e soprattutto molto grandi, tanto che a volte possono occupare un’intera stanza.
In questo caso ci troviamo di fronte ad un robot chirurgico in miniatura. Per realizzarlo i ricercatori hanno utilizzato una tecnica particolare che vede la collocazione di strati uno sopra l’altro che vengono poi incollati insieme e tagliati al laser secondo un particolare e complesso schema che alla fine realizza la forma tridimensionale impostata nella configurazione iniziale. Si tratta di una tecnica che rende molto più semplice la produzione non solo di strutture robotiche come queste ma anche di altre strutture simili, come quelle piccole e complesse che spesso devono essere costruite a mano.