Nuovo sensore per monitorare flussi sanguigni vanta precisione senza precedenti

Un nuovo sensore di flusso più sottile e molto più sensibile dei modelli precedenti è stato sviluppato da un team di ricercatori dell’Università del Massachusetts Amherst. Secondo il comunicato fornito dalla stessa università,[1] questo nuovo sensore di flusso potrebbe essere molto utile per le applicazioni mediche. Il nuovo sensore viene descritto in un nuovo studio pubblicato su Nature Communications[2] ed è stato realizzato da un team di ricercatori guidato da Jinglei Ping, assistente professore di ingegneria meccanica e industriale.

I sensori di flusso sono particolari dispositivi che si usano per misurare la velocità dei liquidi o dei gas quando si muovono in un flusso. Questa stessa velocità è un parametro fisiologico molto importante ma ad oggi gli stessi apparecchi per misurare le velocità di questi flussi all’interno del corpo umano risultano non molto compatti e a volte sono imprecisi o poco stabili.
Questo nuovo sensore è invece basato sul grafene e può rilevare le velocità dei flussi con una sensibilità che può andare fino a un micrometro al secondo (meno di quattro millimetri all’ora).
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Un sensore del genere, per esempio, potrebbe calcolare variazioni minime di flusso all’interno del sangue con livelli di precisione senza precedenti. Si potrebbe pensare, come spiegano gli stessi ricercatori, di impiantare un dispositivo nei vasi sanguigni con all’interno questo sensore per avere misurazioni precise come non mai. Un ottimo utilizzo, secondo lo stesso Ping, potrebbe essere quello di usare un sensore del genere per monitorare la velocità del flusso sanguigno nei vasi celebrali profondi. In questo modo, tra le altre cose, si potrebbe capire il funzionamento degli stessi neuroni che sono alla base che controllano lo stesso flusso sanguigno.

Note e approfondimenti

  1. UMass Amherst Researchers Develop Ultra-Sensitive Flow Microsensors | Office of News & Media Relations | UMass Amherst (IA)
  2. Flow-sensory contact electrification of graphene | Nature Communications (IA) (DOI: 10.1038/s41467-021-21974-y)
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