Una particolare tecnologia che si basa sui raggi X è stata sviluppata da un gruppo di ricercatori onde favorirne l’utilizzo per l’analisi delle pitture rupestri preistoriche. Queste ultime sono fonte di numerose informazioni per lo studio dei nostri antenati, con i loro simboli e le loro rappresentazioni, ma le tecniche che oggi si utilizzano per analizzarli, compresi i metodi di campionamento, risultano spesso dannosi per quelle che possono essere considerate come vere proprie opere d’arte.
Spettroscopia portatile a fluorescenza a raggi X
Il metodo proposto da un gruppo di ricercatori dello Shumla Archaeological Research & Education Center, Texas, utilizza una tecnica denominata spettroscopia portatile a fluorescenza a raggi X (pXRF) con un unico strumento portatile che può essere dunque facilmente trasportato sul posto, come dichiara Karen Steelman, ricercatrice ha guidato lo studio.
Questo strumento è capace di analizzare il materiale utilizzato per la pittura o il disegno, solitamente un pigmento, un’informazione basilare per comprendere come questi antichi artisti erano soliti dipingere le pareti.
Inoltre questo nuovo strumento si potrebbe rivelare molto utile per discernere le pitture rupestri da eventuali atti di vandalismo o da danni effettuati in epoche successive.
Altri metodi non altrettanto efficienti
Altri metodi di analisi dei pigmenti delle pitture rupestri richiedono per forza di cose un campione della roccia o della superficie, cosa che naturalmente provata danni irreparabili al sito. Allo stesso tempo, altri metodi che non richiedono campioni e che sono perlopiù basati sui microscopi non sono molto utili perché non riescono a rilevare tutti gli strati di pigmenti nei murali più complessi.
Primi utilizzi nel Canyon Rattlesnake
Il nuovo strumento raggi X è stato già utilizzato sulle pitture rupestri presenti nel Canyon Rattlesnake lungo il Rio Grande: i ricercatori sono riusciti ad ottenere numerose informazioni sui pigmenti utilizzati e sulla composizione della superficie.
Ad esempio i ricercatori hanno scoperto che su queste pareti come pigmenti venivano utilizzati strati di manganese e ossido di ferro, mai precedentemente individuati, sotto strati di pigmenti rossi, cosa che indica un certo livello di sofisticazione nel processo di pittura.