Un nuovo strumento appena montato sul telescopio WIYN da 3,5 metri al Kitt Peak National Observatory nel sud dell’Arizona promette la rilevazione della massa e di altre caratteristiche degli esopianeti con una precisione senza precedenti.
Il nuovo strumento, denominato NEID, permetterà infatti una precisione tre volte superiore rispetto alla precedente generazione di strumenti simili.
Si tratta di uno spettrometro a velocità radiale di estrema precisione che potrà raccogliere la luce delle stelle e potrà misurare l’effetto gravitazionale, a volte minimo, che gli stessi pianeti hanno sulle stelle intorno alle quali orbitano.
Si tratta di un piccolo “traballare” causato da uno spostamento periodico della velocità della stella. Ciò accade anche nel nostro sistema solare.
Ad esempio Giove, il pianeta più grande, provoca un movimento oscillatorio del Sole misurabile in circa 47 km/h. La Terra, invece, provoca una movimento di soli 0,3 km/h.
Naturalmente la dimensione dell’oscillazione è proporzionale alla massa del pianeta e proprio per questo sarà possibile non solo scoprire i pianeti stessi ma anche misurarne la massa con estrema precisione.
Gli strumenti simili utilizzati fino ad ora possono infatti misurare questo tipo di oscillazione solo fino a 3,5 km/h ma ora il NEID potrà misurare oscillazioni a velocità anche più brevi, fino ad un chilometro orario, come spiega Jason Wright, ricercatore dell’Università Statale della Pennsylvania coinvolto nel progetto.
Ciò significa che potranno essere scoperti più facilmente anche esopianeti con una massa terrestre.
Uno strumento del genere, in collaborazione con altri come il telescopio spaziale TESS, permetterà dunque un numero maggiore di scoperte di esopianeti tanto che “le cose diventeranno davvero interessanti e saremo in grado di imparare di cosa sono fatti i pianeti”, come spiega lo stesso scienziato.
Con la massa sarà conseguentemente possibile conoscere anche la densità del pianeta, un indizio per capire anche la sua tipologia (gassoso, gigante di ghiaccio, roccioso oppure una via di mezzo tra questi).
Lo strumento è già stato provato con delle osservazioni della luminosità della stella 51 Pegasi.
Lo strumento potrà inoltre essere aggiornato e potrà essere utilizzato praticamente da tutti gli astronomi, come spiega Sarah Logsdon, altra ricercatrice impegnata nel progetto.